Ottenere l’assegnazione di due eventi come il Mondiale di rugby e le Olimpiadi da tenere nell’arco di un anno? Difficile…
“L’Italia si candida alle Olimpiadi del 2024, con Roma al centro del progetto e non lo faremo con lo spirito di De Coubertin, per partecipare: lo faremo per vincere”. Così il presidente del Consiglio Matteo Renzi questa mattina ha annunciato in via ufficiale la candidatura da parte della capitale italiana (ma non solo) per ospitare i Giochi in programma tra una decina d’anni. L’Italia è il primo Paese ad uscire ufficialmente allo scoperto e ancora non sa con quali altre pretendenti dovrà vedersela anche se pare certo che o Amburgo o Berlino saranno in corsa (si rumoreggia poi di una candidatura marocchina e di una statunitense). La scelta del CIO verrà fatta a settembre 2017, in una riunione che si terrà a Lima, in Perù.
Un annuncio importante che fa discutere e crea polemiche in tutta Italia, un annuncio importante anche per il nostro rugby alle prese con la candidatura alla RWC 2023. Improbabile, anche se non impossibile, che due eventi di quella portata – Giochi olimpici e Mondiali di rugby sono assieme alla Coppa del Mondo di calcio gli eventi sportivi con il giro d’affari più elevato del mondo – possano essere assegnati allo stesso Paese nell’arco di 12 mesi, e se ci fosse da fare una scelta non abbiamo dubbi che le istituzioni sportive e politiche punterebbero forte sui Giochi. Se l’opzione Mondiale di rugby in Italia potrà essere realmente percorribile – da un punto di vista politico prima ancora che concretamente “fattuale” – lo scopriremo nei prosimi mesi, senza però dimenticare che la candidatura per la RWC ha tempistiche decisamente più ristrette.
Riordiamo infine che il rugby, nella sua versione a 7, tornerà ad essere disciplina olimpica a partire da Rio 2016. Magari la candidatura italiana per il 2024 spingerà la FIR a mettere in piedi un programma di Seven approfondito, articolato e a lunga scadenza.
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