Dopo la RWC 2019 il torneo più importante d’Europa potrebbe essere spostato di almeno un mese
Sabato, durante la partita di Premiership contro i London Irish, i giocatori dei Saracens sono stati tutti “equipaggiati” con un particolare rilevatore. Piazzato dietro l’orecchio e tenuto fermo con un po’ di nastro è stato infatti messo un piccolo marchingegno capace di misurare, la forza e la direzione dei colpi subiti dalla testa, un accorgimento che arriva dal football americano e serve per studiare – e quindi combattere – concussion e commozioni cerebrali. Al momento i dati registrati sono scaricabili solo a fine gara ma il club spera di riuscire a trovare il modo di renderli disponibili allo staff medico in tempo reale.
Protocolli e attenzioni per questo particolare tipo di problema sono in forte crescita negli ultimi mesi e si torna a parlare di una possibile modifica dei calendari internazionali per garantire un periodo di riposo più lungo ai giocatori.
A rivelarlo è il Guardian, che fa sapere che la tradizionale partenza di inizio febbraio del Sei Nazioni potrebbe subire uno slittamento di “almeno un mese”. Il quotidiano britannico non specifica l’eventuale composizione del nuovo calendario internazionale nei due emisferi ma registra un cambio di attenzione sul problema da parte di World Rugby e qui cambiamenti discussi – e respinti – qualche anno fa potrebbero ora trovare un destino diverso.
Il tema verrà affrontato con le federazioni e con le associazioni di giocatori ma prenderà inevitabilmente diverso tempo: difficile pensare a una modifica dei calendari prima della RWC 2019.
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