Legare l’Eccellenza alle celtiche: la FIR è pronta a fare il passo?

Secondo indiscrezioni raccolte da OnRugby si starebbe studiando un piano per superare il sistema dei permit players

ph. Sebastiano Pessina

ph. Sebastiano Pessina

Salire e scendere, scendere e salire. Un movimento ad elastico che più di una volta abbiamo dichiarato di appoggiare perché ci sembra il più sensato ed efficace per far crescere il movimento legando il massimo campionato nazionale in maniera più stretta alle franchigie celtiche. Di cosa stiamo parlando? Facciamo un passo indietro, a ieri, quando abbiamo pubblicato un articolo sull’Argentina che si sta preparando all’ingresso nel Super Rugby 2016. Nel nostro articolo c’era questo passaggio:

 

“(…) il modello seguito dalla UAR sarà simile a quello della Nuova Zelanda, centralizzato, e la base della franchigia sarà di circa 45 giocatori ma i giocatori coinvolti nel piano di sviluppo saranno di più e verranno distribuiti a più livelli, con la possibilità per gli atleti di giocare anche nei club locali, quando non utilizzati nell’alto livello“.

 

Lo riproponiamo perché secondo alcune indiscrezioni che sono giunte a questo sito la FIR avrebbe aperto un dossier e starebbe pensando di legare Zebre e Benetton Treviso alle squadre dell’Eccellenza per permettere un movimento fluido dei giocatori tra i due tornei superando in via definitiva il sistema dei permit players.
Usiamo il condizionale perché conferme ufficiali non ne abbiamo ricevute, anche se i rumors arrivati in redazioni arrivano da diverse fonti qualificate.
Come funzionerebbe il sistema? La cosa è ancora piuttosto nebulosa ma i due bacini verrebbero suddivisi per aree geografiche, con il Veneto collegato alla squadra allenata da Umberto Casellato e le altre entità eccellenti allacciate invece ai bianconeri con sede a Parma.
Un gruppo di giocatori delle rose delle squadre d’Eccellenza verrebbe indicato a inizio stagione e si allenerebbe per alcuni giorni a settimana con le due franchigie, di contro Zebre e Benetton avrebbero l’opportunità di far giocare nel nostro domestic gli atleti della propria rosa non convocati per le partite celtiche.

 

Questo a grandi linee il piano che la FIR starebbe analizzando. Tanti i punti da chiarire: organizzativi, tecnici e anche amministrativi. Brutalmente: chi paga chi? Un simile panorama potrebbe prevedere la costituzione di un contratto ad hoc? Quanti atleti sarebbero coinvolti? Ci sarebbe un tetto massimo o una maggiore libertà di movimento proprio in termini numerici? Il movimento verso il basso potrebbe riguardare anche i giocatori al rientro da un infortunio (e quindi, in teoria, anche i nomi più importanti e non solo i giovani di belle speranze)? E’ una ipotesi di lavoro che riguarda già la prossima stagione oppure è futuribile?
Sono domande alle quali al momento non siamo in grado di rispondere e forse il piano non vedrà mai la luce. In quel caso a noi di OnRugby sembrerebbe una occasione non sfruttata, la possibilità cioè di mettere minuti nelle gambe dei giocatori meno utilizzati dalle due franchigie celtiche. Allo stesso tempo i prospetti più interessanti dell’Eccellenza potrebbero sostenere allenamenti di un rugby in qualche modo più “adulto” con grande continuità e rendere molto più rapido un loro passaggio all’alto livello.
E che non si tiri fuori la storia del campionato falsato, please, che questa cosa la si fa in molte realtà importanti.

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