A pochi mesi dal Mondiale ancora non è del tutto chiaro dove vogliamo arrivare, con quali giocatori e con quale percorso
Chi pensava (noi compresi, ma così si era detto..) che non ci sarebbe stato spazio per grosse novità, è rimasto disatteso. Di novità ce ne sono, e pure parecchie. Gli uncapped chiamati da coach Brunel per le prime due partite del Sei Nazioni sono ben 4, contando Ragusi già convocato nel gruppo a novembre e mai andato in campo. E la cosa non è necessariamente positiva, tenendo conto che queste cinque, durissime, partite che ci aspettano sono le prove generali in vista della Rugby World Cup e che più volte era stato detto che il gruppo Mondiale era già per la gran parte definito.
Ma andiamo con ordine, analizzando reparto per reparto le scelte di coach Brunel e facendo una fondamentale premessa: questo gruppo affronterà le prime due partite del torneo. Eventuali cambiamenti in corso sono possibili e probabili.
Prima linea: ci sono Castrogiovanni (141 minuti fin qui in Top14) ed Aguero (ultima presenza il primo novembre contro gli Scarlets, al rientro da un infortunio) e non Rizzo e Cittadini, fin qui 380 e 662 minuti rispettivamente con Tigers e Wasps nella sola Premiership. La scelta potrebbe far discutere anche se, lo ripetiamo, con questi 30 si faranno le prime due partite. Certo è che la domanda “perché no?” è legittima e più che motivata. La speranza è che i due non finiscano nel dimenticatoio in stile Festuccia (a cui una chance dopo tanti anni di alto livello coi Wasps andrebbe data). Un interrogativo sta alla base di tutto: i nostri giocatori all’estero, quanto/come/da chi sono seguiti e valutati? Stupiti.
Seconda linea: reparto in cui, assieme alla terza, stiamo forse meglio. Bortolami dà esperienza in rimessa, Geldenhuys e Biagi chili e lavoro sporco, Furno più mobilità e dinamismo. Completi.
Terza linea: la nostra punta di diamante. Al momento Parisse, Favaro e Minto sono in forma pazzesca, e soprattutto sono tre terze tra loro diverse e complementari. A loro si aggiunge Zanni, imprescindibile, Mauro Bergamasco, che alle Zebre non si tira mai indietro e merita la convocazione, e Barbieri, che deve aver vinto un ideale ballottaggio con Vosawai (che, lo ricordiamo, anche se gioca a Cardiff con i Blues è abile e convocabile per la Nazionale). Completi, e pure molto belli.
Mediana: la chiamata che più sorprende, e su cui vale forse la pena soffermarsi un attimo, è quella di Marcello Violi, che assieme a Mirco Bergamasco è l’unico giocatore in era celtica ad essersi guadagnato la chiamata giocando in Eccellenza. Posto che ogni coach è libero di fare le sue scelte e valutazioni, non si era entrati in Celtic (con annessi e connessi economici) per preparare i giocatori all’alto livello internazionale?
Difficilmente il giovane mediano di mischia di Calvisano rientrerà nei 23 che andranno in campo, ma forse a questo punto era meglio mandarlo da subito in franchigia per fare esperienza ed allenamenti di livello e ritmo superiore (tipo con Leonard di fianco). Assieme a lui scelte obbligate Gori e Palazzani, in attesa di capire quanto spazio avrà Tebaldi da qui ai Mondiali e come lo sfrutterà.
In regia le notizie sono due: l’esclusione di Orquera, che in Inghilterra verosimilmente verrà come terza apertura, e il ritorno di Tommy Allan, il cui piccolo affaire novembrino non è stato francamente un bell’esempio di gestione di un giovane, tanto più adesso alla luce della riconvocazione che tradisce la nuvola che a pochi mesi dal Mondiale ancora aleggia su di noi, nonostante sia stato ripetuto che il gruppo era deciso e le idee chiare. Per il posto dal primo minuto coerenza direbbe Haimona, ma dipende come lo valuterà Brunel dopo il calo post-esordio. Obbligati (e incoerenti).
Centri: l’altro reparto da cui arrivano le maggiori novità. Le uniche certezze, e candidati alla maglia, sono Morisi e Campagnaro, con Bisegni chiamato dalle Zebre, che proprio ai centri stanno terribilmente soffrendo in entrambe le fasi. C’erano Iannone, al rientro da un lungo infortunio, e Bacchin, forse non pronto al pari di Bisegni ma difensivamente più solido. Per Benvenuti stesso discorso di Tebaldi. Contati.
Triangolo allargato: ad estremo coperta lunga, calda e di gran qualità con McLean e Masi. Alle ali al momento il giocatore più pericoloso è Sarto, ma il tutto dipenderà dal tipo di partita e di avversario. Si potrebbe anche valutare l’opzione McLean ala per avere maggiore copertura tattica e possibilità di risalita al piede, che Venditti e Visentin non garantiscono. A novembre aveva riguadagnato la chiamata Toniolatti, che nonostante la stagione positiva non è stato ripremiato. Ottimi dietro, meno di lato. Polivalenti.
Di Roberto Avesani
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