Il coach francese in una lunga intervista parla del suo futuro e di quello dell’Italia. E sui giovani dice: manca velocità
Jacques Brunel parla del suo futuro, e lo fa in un’intervista concessa a Francesco Volpe e pubblicata oggi sulle pagine del Corriere dello Sport. Il coach francese guarda al Sei Nazioni che ci aspetta, ma soprattutto al dopo Italia. Conferma che non vi sarà nessun rinnovo del contratto, e che quattro o cinque anni sono la scadenza naturale su una panchina, nazionale o club che sia.Al termine dell’avventura azzurra l’intenzione è quella di tornare in Francia, anche se c’è una sfida affascinante a cui non direbbe di no, ovvero allenare una franchigia italiana: “La mia idea, concluso l’impegno azzurro, è tornare in Francia. Ma quella “celtica” è un tipo di sfida che mi affascina. Potrei anche dire di sì“.
E a proposito dell’ingresso nel Pro12, Brunel pensava di vedere i frutti in pochi anni, ma poi tra Aironi e crisi di Treviso la sperata “scossa al movimento” è stata più debole del previsto. Sull’Italia post RWC: “La domanda è: qual è il futuro dopo Parisse, Castrogiovanni, Bortolami, Mauro Bergamasco, Geldenhuys? – La domanda-risposta resta in sospeso. Non è solo un problema di qualità, ma soprattutto di leadership”. Sui giovani: “Padovani, Azzolini, Lazzaroni, Gabriele Di Giulio, Boni”. Sono prospetti che possono affermarsi [ma] Manca velocità. Servono giocatori in assoluto più veloci”.
RITIRO AZZURRO: intanto, dalle pagine della Gazzetta dello Sport si legge che Marco Bortolami e Mauro Bergamasco stanno svolgendo lavoro differenziato.
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