La Rugby Players Association sta negozioando con RFU e Premiership un nuovo accordo di lunga durata
Mettere un freno agli infortuni sempre più numerosi e prevenire l’esodo dei migliori giocatori inglesi verso il più ricco Top 14 francese dopo la RWC 2015. Tutto con un contratto. Lo chiede la Rugby Players Association che sta negoziando in queste settimane un nuovo accordo con il board della Premiership e con la federazione inglese. Il Telegraph oggi in vendita fa sapere che in questo nuovo contratto collettivo a lungo termine il benessere e la salute dei giocatori sarebbero in primo piano, un problema sentito non solo dai diretti interessati ma anche dal ct della nazionale inglese Stuart Lancaster che – ad esempio – sta preparando il Sei Nazioni 2015 tenendo d’occhio una lista di infortunati che al momento conta una dozzina di uomini.
Il nuovo accordo prevederebbe un limite al numero delle partite giocate dai giocatori inseriti nella lista dell’elite della RFU (in pratica i “giocatori di intresse nazionale”) e periodi di riposo programmati in cambio di un intervento più consistente a sostegno del salary cap. Sul tavolo ci darebbe la proposta di un limite di 32 gare stagionali e di una programmazione specifica per i giocatori coinvolti dai British & Irish Lions, sia per quanto riguarda il periodo antecedente il tour che quello succesivo.
L’intenzione è quella di firmare un contratto che copra i 4 anni di un intero ciclo iridato (da RWC a RWC, per essere più chiari). Lo scorso lunedì il board dei giocatori della RPA riunito alla Ricoh Arena di Coventry ha votato all’unanimità la richiesta di un nuovo accordo che preveda anche una crescita dei salari e una migliore divisione degli introiti.
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