I tutti verdi in corsa per la vittoria finale e favoriti sull’Inghilterra. Ma occhio al Galles di Webb e alla Scozia mina vagante
Venerdì sera inizierà il Sei Nazioni numero quindici, da quando nel Duemila l’Italia è stata invitata ad entrare nel prestigioso torneo. A dare il via alle danze Galles e Inghilterra, mentre nella giornata successiva di sabato 7 febbraio scenderanno in campo le altre quattro squadre. La prossima Coppa del Mondo accresce di molto il valore del torneo, ed aumenta forse le responsabilità degli staff tecnici, che devono trovare il proprio quindici ideale entro metà settembre. La caccia all’Irlanda è ufficialmente aperta.
Irlanda: i campioni in carica restano i favoriti. Per quanto hanno dimostrato a novembre, per la solidità e maturità già acquisite ma affinate con la gestione Schmidt, e perché anche senza pedine importanti ha dimostrato di saper fare bene. Vero che anche adesso ci sono assenze (e non c’è più il divino BOD), ma la sensazione è che per confidenza, maturità tecnica e perché no calendario i tutti verdi partano col favore del pronostico.
Inghilterra: la profondità non manca di certo, ma le assenze dei vari Tuilagi, Farrell, Launchbury , Parling e Ben Morgan si farà sentire, soprattutto se a torneo in corso dovessero arrivare altre defezioni. La squadra di Lancaster deve acquisire una certa incisività, e dimostrare di saper essere più pericolosa nei momenti chiave, altrimenti anche in casa propria a settembre sarà dura. In cabina di regia, almeno nel primo match, siederà Ford. Per lui può essere il torneo del definitivo salto di qualità, e Farrell potrebbe perdere il treno.
Galles: dopo la doppia vittoria nel Sei Nazioni e con i Lions, il blocco di fiducia di Gatland ha in parte subito un’involuzione, dovuta fisicamente alla stanchezza e tatticamente all’incapacità di saper sorprendere delle difese che hanno imparato a difendere il gioco che assicurò ai Dragoni due anni di dominio europeo. Ora c’è l’arma in più, quel Rhys Webb da cui è lecito aspettarsi grandi cose. Poi c’è la grande esperienza degli avanti e una linea veloce che può far paura a chiunque. Se la mediana gira sarà difficile per tutti.
Francia: Saint-André ha scelto Kockott e Lopez per la prima, con Parra pronto ad entrare. I cambiamenti sono stati molti nel corso della sua gestione, ma sulla carta la squadra ha ottime singolarità, a partire dalla coppia Fofana-Bastareaud e dal triangolo allargato con Huget, Speeding e Thomas, pronto a scatenarsi all’ala. Dovessero però restare le amnesie, la poca incisività e a tratti quel senso di scarsa identità, non sarà facile portare a casa risultati importanti.
Scozia: sarebbe stato azzardato mettere gli Highlanders sopra la Francia? Forse, ma occhio che questa Scozia gira bene. Va bene il blocco Glasgow, vanno bene quelli che giocano all’estero, e soprattutto a novembre la squadra ha dimostrato una certa consistenza. Mina vagante, potrebbe regalare dolori ai favoriti tofliendo loro punti importanti.
Italia: il nostro Sei Nazioni deve ripartire da novembre, sia sotto l’aspetto del gioco che soprattutto dell’approccio e della vis pugnandi. Ci aspettano cinque partite difficilissime, ma i colpacci non sono esclusi. Molto dipenderà dalla prima linea, e da quanto bene si comporteranno i vari Parisse e Zanni. Dagli Azzurri ci aspettiamo poi cinismo e capacità di sfruttare gli errori avversari. Almeno una vittoria significherebbe molto in chiave spogliatoio e Rugby World Cup.
Roberto Avesani
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