La FFR fa sapere che i controlli a tappeto verranno presto messi in soffitta: costano troppo e non danno risultati
L’Agence française de lutte contre le dopage (AFLD) è l’agenzia transalpina invstita del compito di combattere il doping in tutte le discipline sportive. Nel 2013 ha effettuato 11mila esami e nel rugby – uno degli sport più sorvegliato – sono stati trovati 22 casi positivi, la maggior parte però relativi all’uso di cannabinoidi. Insomma, tutto fuorché degli eccitanti.
Il sistema però finora utilizzato, quello del controllo a tappeto verrà messo presto in soffitta, come dice a Midi Olympique Christian Bagate, responsabile della lotta al doping per la FFR, la federazione transalpina di rugby: “Il nome sorteggiato e i controlli di gruppo per 24 giocatori quando alla fine ne hai un solo vero sospettato lì in mezzo sono sistemi che presto non useremo più. E’ un metodo che non dà risultati e costa tantissimo”.
Il dirigente annuncia quella che è una vera rivoluzione nella lotta al doping: “Sceglieremo i giocatori che vogliamo controllare, esperti e scienza avranno più spazio. Prima gettavamo l’esca e speravamo che qualcuno rimnesse attaccato all’amo ora invece i pesci verranno identificati prima”.
Come? Bagate dice chiaramente che sono stati studiati dei parametri che “ci permettono di capire che quel giocatore o quell’altro sono suscettibili del nostro interesse”. Parametri che ovviamente non vengono rivelati. In attesa di quel passaporto biologico che in Francia ha comunque fatto più passi che da noi.
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