I numeri non mentono: il tallonatore e il seconda linea sono i migliori nei loro ruoli. Bene anche Gori, Parisse e McLean
Al di là della Manica si dice che stats don’t lie, le statische non dicono bugie. E il board del Sei Nazioni di dati e numeri sulle tre giornate del torneo finora giocato ne fornisce parecchie. Spulciandole si scopre che se volessimo stilare un XV ideale dovremmo “convocare” sette inglesi, tre scozzesi, due irlandesi, altrettanti italiani e nessun francese.
Eccola la formazione: 15 Stuart Hogg, 14 Liam Williams, 13 Robbie Henshaw, 12 Jonathan Joseph, 11 Anthony Watson, 10 George Ford, 9 Conor Murray, 8 Billy Vunipola, 7 Chris Robshaw, 6 James Haskell, 5 Jonny Gray, 4 George Biagi, 3 Alasdair Dickinson, 2 Leonardo Ghiraldini, 1 Joe Marler.
Nomi che saltano fuori da un algoritmo che tiene conto di una serie di parametri positivi e negativi – qualche esempio: punti segnati, metri percorsi palla in mano, precisione nei piazzati, numero dei placcaggi, palle perse e/o guadagnate, eccetera… – e che poi incrocia i risultati calcolando un punteggio (se vi interessa ad oggi il giocatore con il risultato personale più alto è George Ford con 1.250 punti).
Come sono messi gli italiani? Bene, ma quasi solo nel pacchetto di mischia: come abbiamo visto Ghirladini e Biagi sono titolari, ma nel novero dei migliori ci sono anche Edoardo Gori (quinto mediano di mischia del torneo) e Sergio Parisse, secondo numero 8 in assoluto. Unico trequarti presente è invece Luke McLean, che si piazza quarto tra gli estremi.
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