Italia-Francia di domenica pomeriggio è partita che diventa fondamentale per il ct transalpino Philippe Saint-André
Una settimana fa, nel post-sconfitta con il Galles, diceva che nel suo gruppo ci sono troppe “starlette”. Oggi, a Stade2, parla in termini diversi della sua squadra attesa dalla trasferta in Italia per il quarto turno del Sei Nazioni. Philippe Saint-André dice infatti che si aspetta di più dai suoi uomini rispetto a quanto fatto vedere finora, che la Francia può rivaleggiare con chiunque, che deve “ottimizzare il suo potenziale” e nega spaccature nel gruppo. Però poi dice di avere la fiducia della “maggior parte dei ragazzi”. Non tutti.
E’ un momento di grande difficoltà per la Francia e per il suo ct, tecnico che non ha mai convinto né tifosi né addetti ai lavori, che rimpiangono il pur criticatissimo Marc Lievremont. D’altronde i numeri non mentono: da quando c’è Saint-André la Francia ha uno score nel Sei Nazioni di 7 vittorie, due pareggi e dieci sconfitte. Un sesto posto nel 2013 e due quarti posti nel 2012 e 2014. Più in generale, compresi cioè anche i test-match, la sua Francia ha giocato 36 partite vincendone solo 14, il 40%. I suoi predecessori più immediati viaggiano tra il 60 e il 69%.
Poi uno compra Midi Olympique in edicola oggi e si trova le prime due pagine interamente dedicate allo stato di salute dei galletti dove scovare una parola di sostegno aperto al ct è un lavoro da monaci amanuensi. L’editoriale di Jacques Verdier spiega subito che vorrebbe vedere i bleus e il loro tecnico smentire tutti i loro detrattori sabato a Roma e poi giocare la partita perfetta contro l’Inghilterra “ma non ci crediamo, non ci crediamo più”.
Poi è tutto un seguirsi di articoli e interviste in cui si sottolnea come questo allenatore abbia chiamato finora 81 giocatori (titolo: “Saint-André brucia i suoi giocatori”) senza mai dare una vera identità alla squadra, che non si può dare delle primedonne ai propri atleti pubblicamente come ha fatto una settimana fa. E che se lo fai poi non puoi richiamarli praticamente tutti.
Se non ci fossero i Mondiali alle porte probabilmente Saint-André sarebbe già stato sollevato dal suo incarico, ma la RWC potrebbe comunque non salvarlo in caso di sconfitta a Roma.
Già, Roma, dove domenica pomeriggio la Francia giocherà una vera partita-snodo. Se dovesse perdere, tra l’altro contro una sua prossima avversaria proprio al torneo iridato, finirebbe in un tunnel dai contorni e dagli sbocchi imprevedibili. Lo scrivevamo domenica, “una Francia mai così abbordabile e proprio per questo pericolosa”. Diremmo di più, letale. I galletti sono stati spesso squadra senza mezze misure e all’Olimpico potremmo vedere la miglior Francia degli ultimi mesi come una squadra in disarmo psicologico (che il tasso tecnico, elevatissimo, non si discute).
L’Italia dovrà essere brava a giocare su questa umoralità senza farne però diventare l’unico pilastro della sua partita. Pierre Berbizier, ex ct azzurro, è stato intervistato proprio da Midi Olympique e ha le idee molto chiare: “E’ possibile che la Francia faccia una buona gara a Roma, così come è possibile che perda con l’Italia e poi batta l’Inghilterra. Fa tutto parte delle incoerenze di questa selezione. La Francia è la migliore avversaria per l’Italia: il movimento italiano si è spesso avvicinato al nostro ma io non credo che cercheranno di servirsi della situazione interna ai bleus. Vorranno continuare sulla strada con cui hanno iniziato il torneo, cercando il bel gioco. Gli italiani vorranno battersi utilizzando i loro mezzi, che sono inferiori a quelli della Francia, ma che sono efficaci. Nella loro testa sanno che se battono la Francia finiranno il torneo davanti”.
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