Federico Meda pubblica un volume che cerca di raccontare un personaggio tanto noto quanto sfuggente
E’ uno dei nomi più noti dell’Ovalia che soggiorna al di qua delle Alpi, uno di quelli più citati come simbolo del rugby che fu, quello “pane e salame”, quello che sa di Cinque Nazioni. Lui è Paolo Rosi: giocatore, giornalista, telecronista RAI. Di più: il primo italiano a marcare una meta a Twickenham.
Eppure Paolo Rosi fu personaggio schivo, capace di mantenere un’ombra di privacy circa la sua quotidianità che spesso neppure i suoi amici più cari riuscivano a scacciare. Raccontare un personaggio così non è semplice ma Federico Meda prova a dipanare la nebbia con il volume “Una finta a destra, una a sinistra. Paolo Rosi, il primo italiano a segnare a Twickenham”, edito da Absolutely Free (196 pagg., in vendita a 14 euro). Un libro che alla fine non dà una sua versione sul “chi era” Paolo Rosi. Meglio così: Meda è un U40 e Rosi lo ha soltanto “sfiorato” per questioni meramente anagrafiche, ma questa distanza fa bene al manualetto che riporta le voci di chi invece lo ha conosciuto da vicino carpendo però solo alcuni aspetti di una personalità più complessa di quanto non si potesse pensare.
Nel libro troviamo curiosità e aneddoti, la vicenda umana, sportiva e professionale di Paolo Rosi ma allo stesso tempo non ci si dimentica mai il panorama più generale, quello dell’Italia che passa dal Ventennio alla ricostruzione post Guerra Mondiale fino al boom economico e oltre. Amici, colleghi, conoscenti dicono la loro.
E poi c’è un lavoro d’archivio enorme per recuperare alla precisione le coordinate geografiche e temporali dove calare le vicende narrate nelle pagine scritte. Una messe di informazioni che in alcuni punti diventa un po’ ingombrante e va a limitare (parzialmente) la scorrevolezza ma la fotografia d’insieme, la sua nitidezza e i dettagli portati in primo piano sono impressionanti.
Conoscerete meglio questa leggenda ovale alla fine? Sì. O meglio, forse. Diciamo che avrete molte notizie in più per farvi una vostra idea sul chi potesse essere nella vita di tutti i giorni questo rugbista e questo giornalista. Che alla fine chi conosceva davvero Paolo Rosi?
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.