L’ex pilone entra nell’organigramma della società capitolina. E dice la sua sulle Accademie e sulla terza franchigia
Senza far niente non sa proprio stare. Andrea Lo Cicero smessi i panni del giocatore e cimentatosi in altre avventure extra-rugby questa volta è pronto ad aiutare una realtà ovale: quella della Nuova Rugby Roma.
Il pilone siciliano sarà infatti presidente onorario e consulente tecnico, come riporta il sito del club stesso, di una società a cui non spiacerebbe – se si presentasse l’opportunità – ad entrare nel giro celtico, magari affiancando le due realtà nostrane già esistenti oppure sostituendone una.
Un progetto di non facile attuazione, ma molto ambizioso, come ha sottolineato il “Barone” che vuole creare assieme ai nuovi proprietari del Nuova Rugby Roma un punto di riferimento per i giovani rugbisti del Centro-Sud Italia, e lo fa alla sua maniera: “Partiamo dalle Accademie, che non devono essere più federali, ma espressioni delle singole società, uno step per lanciare giovani in prima squadra. Un club che partecipa alla Lega Celtica o al campionato di Eccellenza deve avere una sua Accademia, oltre alle altre rappresentanze giovanili (…) Il modello da seguire è la Francia, dove i giocatori professionisti se li creano in casa con i Centri di Alta Formazione dei club, che sono centri di formazione a tutti i livelli in campo sportivo, scolastico e professionale”.
In una intervista rilasciata all’Itelpress Lo Cicero spinge per una franchigia celtica al sud, a Roma: “La federazione deve iniziare a prendere in considerazione il Sud, visto che al Nord siamo ben messi. (…) E’ vero che le cose fatte di fretta di solito riescono male, però se Roma avesse subito la franchigia sarebbe molto meglio, perché avrebbe la possibilità di recuperare giocatori importanti, due-tre anche di massimo livello. Se invece ci diranno di attendere due anni, aspetteremo”.
di Michele Cassano
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