Abbiamo dato un occhio alle cifre del torneo prima dell’ultima giornata. Intanto Brunel promette per sabato un’altra Italia
Mancano 80 minuti alla fine del Sei Nazioni 2015, il titolo verrà assegnato solo dopo il fischio finale dell’ultima gara, Inghilterra-Francia a Twickenham. Inglesi, irlandesi e gallesi partono tutti da 6 punti e la differenza punti al momento dà un lieve vantaggio all’Inghilterra sulla squadra allenata da Joe Schmidt mentre il XV in maglia rossa parte più indietro. In teoria anche la Francia, che di punti ne ha solo 4, potrebbe rientare in gioco ma qui le cose si fanno più complicate. Ad ogni modo questa è la situazione.
Ma è possibile affermare qualcosa di definitivo sul torneo a una giornata dal termine? Sì, grazie alle statistiche. Che per esempio dicono che l’Inghilterra con 102 punti è la squadra di gran lunga più prolifica, con il Galles che la segue a 85 punti complessivi. L’Italia è ultima con 42 punti. Eppure gli azzurri sono secondi per numero di mete segnate (6 finora, nonostante lo zero sul tabellino alla fine della gara con la Francia) e si mettono alle spalle Irlanda, Galles, Scozia e bleus, con la sola Inghilterra irraggiungibile a quota 11.
Come è quindi possibile che la Banda Brunel abbia fatto così pochi cunti complessivi? Per merito – anzi: colpa – dei calci piazzati. L’Italia ha finora messo assieme un deficitario 36% a fronte del range tra il 71% e l’88% (irlandese) degli avversari.
Vogliamo parlare di metri fatti palla in mano? L’Inghilterra ha già vinto con 1992 metri percorsi, seconda la Francia con 1650. L’Italia è ultima con 978, unica squadra al di sotto di quota mille. La squadra che fa più passaggi è e sarà l’Irlanda: finora ne ha totalizzati 718, gli altri sono tutti tra il 556 inglese e il 492 del Galles (l’Italia ne ha fatti 534).
Un altro paio di statistiche: gli azzurri concedono troppe punizioni (48), peggio ha fatto solo il Galles (50) mentre l’Irlanda è la squadra più disciplinata con 37 penalties fischiate contro. I placcaggi invece dicono che il torneo è molto equilibrato con le sei squadre racolte tra il 91% francese e l’88% di Inghilterra e Scozia, con l’Italia che registra un 89%. Chiudiamo con le mischie vinte: noi stiamo al 79%, gli altri tutti sopra l’80%, con l’Inghilterra che arriva all’88%. Ma insomma, siamo lì.
Numeri che dicono tanto, ma non tutto. La verità, alla fine, è che ci aspettano 240 minuti di gioco che si preannunciano emozionanti e tiratissimi: Scozia-Irlanda mette di fronte i padroni di casa che sono i primi pretendenti al cucchiaio di legno/whitewash mentre gli ospiti devono vincere e possibilmente con un bel punteggio. Inghilterra-Francia… beh, è una partita che non ha bisogno di presentazioni e che entrambe le squadre devono vincere.
E poi c’è la gara di Roma, dove il Galles deve vincere e fare tanti punti ma l’Italia ha una partita, quella con la Francia, da “vendicare” e da farsi perdonare e il primo a dirlo è il ct azzurro Jacques Brunel: “Siamo delusi della prestazione contro la Francia: avremmo voluto confermare la vittoria di Edimburgo ma non ci siamo riusciti. Sabato mi aspetto una gara difficile, però daremo un’immagine di questa nazionale diversa da quella vista all’Olimpico domenica scorsa”.
Gradi di capitano a Ghiraldini, Rizzo e Castrogiovanni prima giubilati e ora subito titolari, Vunisa a prendere il posto di Parisse. E il terza linea delle Zebre dovrà dar vita a una prova qualitativamente e quantitativamente diversa rispetto a quella contro la Francia. Forse in quel ruolo avremmo visto meglio Barbieri, ma come si dice le chiacchiere stanno a zero, a parlare sarà come sempre il campo. L’unica certezza è che sabato all’Olimpico la partita sarà durissima.
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