Salute e calendari internazionali: si torna a parlare di modifiche

Il boss dell’ARU propone lo slittamento dei test estivi, le associazioni dei giocatori vogliono uno stop di tre mesi

ph. Sebastiano Pessina

ph. Sebastiano Pessina

Due notizie diverse che hanno però in comune un paio di aspetti: la riforma del calendario internazionale e la salvaguardia della salute dei giocatori.
La prima arriva dall’Australia, dove il boss della locale fedrazione è tornato a chiedere una riforma dei test estivi che consenta al Super Rugby di non interrompersi nel mese di giugno, come invece avviene oggi. Bill Pulver ha fatto sapere di aver messo la questione sul tavolo dell’ultimo meeting di World Rugby che si è tenuto a Dublino facendo presente che tutte le federazioni presenti nella SANZAR gradirebbero una soluzione che non preveda una interruzione tra la fine della stagione regolare e l’inizio dei play-off: “Vorremmo cambiare qusta situazione – ha detto Pulver – In un mondo ideale la stagione di Super Rugby dovrebbe iniziare a febbraio e concludersi a fine giugno, con i test-match che dovrebbero tenersi dopo ma cambiare i calendari internazionale è un lavoro davvero duro.
Una soluzione che non trova l’appoggio delle federazioni dell’emisfero nord ma Pulver ha detto di aver proposto un paio di soluzioni di compromesso sulle quali si può discutere e su cui aspetta un primo feedback delle unions europee, senza però rivelare quali siano.

 

Notizia numero due: l’International Rugby Players’ Association ha chiesto uno stop di tre mesi per i giocatori internazionali, quelli cioè chiamati a giocare più partite nel corso di una stagione. A farsi portavoce della richiesta è il pilone della nazionale inglese Alex Corbisiero, richiesta che modificherebbe in profondità il calendario internazionale.
L’IRPA ha chiesto una modifica dell’attuale struttura delle competizioni che assicuri uno stop tale da consentire una giusta preparazione alla stagione successiva. Normalmente tra la fine dei test-match e l’inizio del pre-season con i propri club i giocatori hanno un mese o poco più di stop. Nell’anno del mondiale la fine delle competizioni nazionali è vicina anche di sole due o tre settimane all’inizio deli training camp delle nazionali in vista della RWC.
L’IRPA – che riunisce i rappresentanti dei giocatori di Inghilterra, Irlanda, Galles e Italia – ha chiesto uno stop di 12/14 settimane e l’introduzione di una distinzione netta tra i raduni della nazionale e i normali allenamenti dei club durante le finestre internazionali: nell’attual accordo in vigore in Inghilterra infatti i giocatori internazionali non possono giocare per più di 32 gare in un anno ma non si fa menzione degli allenamenti, dove ormai si registrano un terzo degli infortuni.

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