Incrociando i dati di tesserati, giocatori e abitanti di ogni Paese si scoprono tante cose. E l’Italia non è messa molto bene
I giocatori di rugby nel mondo sono 6,6 milioni distribuiti in 120 paesi. Il movimento numericamente più ampio è di gran lunga quello inglese con oltre due milioni di giocatori e oltre 340mila tesserati (questi ultimi, lo ricordiamo, comprendono anche arbitri, dirigenti, eccetera eccetera) seguito dall’Australia con quasi 616 giocatori e 230mila tesserati. L’Italia, secondo gli ultimi dati ufficiali consegnati a World Rugby, ha 82.143 giocatori e altrettatnti tesserati ma il numero sui tesserati è probabilmente sbagliato e nella realtà supera la soglia dei 100mila.
Ma se volessimo mettere questi numeri in rapporto alla popolazione complessiva di ogni singolo Paese? Beh, scopriremmo che a farla da padrone sarebbero le unions del Pacifico. Nemmeno la Nuova Zelanda, ma Tonga, Samoa e Fiji si piazzerebbero sul podio davanti alla patria degli All Blacks.
In Europa è il Galles il Paese più ovale davanti all’Irlanda e alla Scozia. Ben più indietro è l’Inghilterra, dove il rapporto è di un giocatore ogni 31 abitanti e di un tesserato ogni 188 abitanti (in Galles il rapporto è di un giocatore ogni 41 abitanti, a Tonga è addirittura di uno ogni 2,2 abitanti).
E l’Italia? Mantenendo il dato pubblicato da World Rugby è di un giocatore e/o tesserato ogni 728 abitanti, numero più basso di tutti i primi 15 paesi del ranking Mondiale, escludendo il solo Giappone. Anche la Georgia ci supera. Segno che la forza di penetrazione del nostro movimento, con la dovuta organizzazione e il giusto sostegno economico, può aumentare. Anche di parecchio.
Di seguito tutte le cifre:
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