Il 3 aprile scadeva il termine per il deposito del capitale sociale da parte della cordata parmigiana
Sorprese non dovrebbero essercene, ma in questa storia fatta anche di carte bollate finché tutte le firme non saranno messe al posto giusto è meglio andarci cauti e usare il condizionale. Dicevamo, sorprese non dovrebbero essercene e le Zebre rimarranno a Parma. Come – vi chiederete – ancora con questa vicenda? Non era stata mesa la parola “fine” con il Consiglio Federale di metà marzo? Sì, o meglio, quasi. Perché il brevissimo comunicato uscito da quella riunione del Parlamentino FIR diceva che “Il Consiglio ha inoltre preso atto con soddisfazione della volontà del territorio parmense di rilevare il capitale sociale di Zebre Rugby srl al fine di mantenere la franchigia a Parma. La manifestazione di interesse sarà formalizzata entro la settimana prossima e l’importo del capitale sociale depositato entro il 3 aprile p.v. mentre il nuovo assetto societario gestirà la franchigia a decorrere dal 1° luglio”.
Quindi quella del 3 aprile era una giornata importante. Da Parma non sono arrivate di nessun tipo, non al momento. No news good news, si dice.
L’impressione è che si stiano creando le condizioni per una certa stabilità anche se non si capisce se media o lunga durata. La FIR da una parte chiede l’ingresso di privati nel capitale della franchigia, un ingresso che nelle intenzioni federali dovrebbe essere ben più corposo del solo capitale sociale. La cordata parmense probabilmente non può garantire da subito un impegno del genere ma l’intenzione di una crescita di peso (leggi: di finanziamenti) c’è. Solo che come dice il detto di buone intenzioni è lastricata la strada per l’inferno.
Cosa succederà? Che la squadra rimarrà a Parma e che nel prossimo biennio si verificheranno promesse e intenzioni, poi si deciderà. Tra il 2016 e il 2017 alcune scadenze faranno inevitabilmente chiarezza, a partire dalle nuove elezioni federali fino alla discussione per un eventuale rinnovo del contratto con il board del torneo celtico. D’altronde anche il team manager Andrea De Rossi in una intervista rilasciata poco prima di Pasqua a Radio Sportiva, dopo aver detto che a giugno potrebbe cambiare il presidente con una nuova figura figlia dell’ingresso dei nuovi soci, ha chiosato dicendo che “per i prossimi 2 o 3 anni rimarremo a Parma, poi si vedrà”. E a quel punto anche opzioni oggi non pensabili per opportunità logistiche e/o “politiche” potrebbero schiudersi.
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