Si polemizza sulla “ristrettezza” della scelte per il torneo iridato. Ma la domanda è: volete la bravura o la rappresentanza?
Dicono che ci saranno 12 arbitri per 48 partite. E’ vero. Dicono e scrivono che le federazioni rappresentate sono appena sei e che salgono a 8 se si prendono in considerazione anche gli assistenti (sei in tutto), ed è vero pure questo. Viene sottolineato che all’ultimo Mondiale di calcio, quello in Brasile della scorsa estate, c’erano arbitri da 25 diverse federazioni a fronte di 32 squadre partecipanti. E’ verissimo.
In tanti criticano e gridano allo scandalo, parlano di un sistema chiuso di volontà di mantenere uno status quo tra chi è oggi nella stanza dei bottoni di Ovalia. Possiamo escluderlo a priori? No, anzi è possibile. Ma chiaramente nessuno dei diretti interessati lo ammetterai mai pubblicamente.
Però dobbiamo deciderci: al Mondiale, ovvero il massimo torneo ovale, vogliamo una rappresentazione “democratica” o preferiamo la capacità e la bravura? Basta decidersi su questo. E’ chiaro che nel migliore dei mondi possibili dovrebbe esserci un mix di queste due cose, ma – sorpresa – non viviamo nel migliore dei mondi possibili. E crediamo che nessuno possa dire che il panel scelto e annunciato ieri non rappresenti il meglio che la classe arbitrale di oggi possa offrire.
Va da sé che anche in Scozia e in Australia (le due grandi escluse da quel gruppeto) ci sono ottimi arbitri, ma metterne un paio in più non avrebbe cambiato le cose. Tra l’altro: bisogna mettere un australiano o uno scozzese solo perché tali? L’Australia oltretutto ha perso il suo miglior rappresentante poche settimane fa, stiamo parlando di Steve Walsh, perché ha deciso di ritirarsi e di dedicarsi ad altro. Lui sicuramente sarebbe entrato nel panel. Sì, è vero, Walsh è neozelandese ma affiliato all’ARU, e quello conta.
Quindi torniamo alla domanda di prima: vogliamo la bravura o la rappresentanza? Perché con quest’ultima il primo aspetto non è automaticamente garantito e siamo pronti a scommettere che davanti al primo errore grave di un fischietto giapponese (è solo un esempio a caso) in molti direbbero “ma non c’è nulla di meglio in giro? E’ giusto far arbitrare una gara del Mondiale a un arbitro non esperto e/o non all’altezza?”. Uno che magari davanti al carisma di Richie McCaw o Paul O’Connell magari reagisce esagerando in un senso o nell’altro, con troppa permissività o un eccessivo fiscalismo. Cosa possibile.
Scusate, ma chi scrive preferisce incrociare anche 5 o 6 volte in un Mondiale un arbitro come Nigel Owens o Wayne Barnes che ritrovarsi con il Byron Moreno di turno. Che tutti vi ricordate chi era costui, e sono passati già 13 anni.
Il Mondiale è la fine di un percorso, a necessitare di aperture e modifiche è quest’ultimo e non il torneo. Alla RWC devono andare solo i migliori, senza guardare alla federazione di appartenenza.
Il Grillotalpa
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