Messo da parte l’orgoglio per una grande prestazione, per i Dubliners c’è da migliorare l’attacco
DUBLINO Neanche stavolta. Come 12 mesi fa è stato Tolone a chiudere i sogni europei di Leinster, che dopo tre trionfi europei in quattro anni ha lasciato il testimone ai francesi, ora in cerca del terzo successo continentale consecutivo. Però quanta differenza fra il massacro dei quarti di finale 2014 al Félix Mayol e la battaglia di domenica pomeriggio al Velodrome.
La seconda semifinale di Champions cup, oltre a dimostrare che le partite di rugby possono essere bellissime senza essere spettacolari, ha fatto vedere che la squadra di Dublino ha ancora tutta la capacità di rispondere all’appello quando conta. Alla fine la differenza fra le due squadre è stata un intercetto di Habana su un passaggio di Madigan (molto simile a quello di Haimona nei minuti iniziali dell’ultimo Scozia-Italia) e due calci finiti sul palo. Una trasformazione e una punizione, giusto cinque punti.
Tutta colpa di Ian Madigan, del numero 12 in blu dunque? Troppo facile e troppo comodo. Nel post partita capitan Heaslip ha difeso il proprio compagno (“tutti hanno commesso errori”) e anche la stampa ha commentato con benevolenza la sua prestazione. George Hook sull’Irish Independent ha ricordato che “Madigan ha perso la partita solo perché ha provato a vincerla”, ricordando il limite della stagione dei Dubliners. Il numero 12 avrà anche sbagliato ma ha segnato 15 punti su 20 in semifinale, dopo aver eliminato Bath nei quarti con un memorabile 6/6 dalla piazzola. Come dire, la pagnotta se l’è guadagnata. E gli altri?
Eccolo qui il vero nocciolo della questione. L’attacco di Leinster è stato quasi solo Madigan. Una sola meta fra quarti e semifinali e pochissime occasioni per segnare costruite. Un po’ poco per vincere partite come queste.
Con i playoff di Pro 12 ormai lontani, Leinster può iniziare subito a pensare alla prossima stagione, cercando di aggiungere altre armi al proprio attacco. La principale è gia stata trovata: la maglia numero 10 il prossimo anno tornerà proprietà di Jonathan Sexton, con tanti saluti e pochi rimpianti per Gopperth. Il resto del futuro di Leinster passa dalla capacità che avrà coach O’Connor di dare fantasia all’attacco blu, innanzitutto sfruttando tutte le enormi potenzialità di Luke Fitzgerald. Sempre che la prestazione e il cuore mostrato domenica siano sufficienti a mantenerlo sulla panchina di Leinster anche per la prossima stagione, cosa probabile ma non certa.
di Damiano Vezzosi
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