Movimento Italia: una prospettiva francese sul dibattito Accademie/Club

La LNR ha deciso un po’ di cose, passate inosservate. Ma alcune possono diventare uno spunto importante anche per noi

ph. Sebastiano Pessina

ph. Sebastiano Pessina

Uno dei temi più dibattuti negli ultimi anni al di qua delle Alpi è quello delle Accademie. Tema importante, di più: fondamentale, vista poi l’effetto che ha sull’intero movimento. In Italia, da bravi discendenti di Guelfi e Ghibellini, ci siamo subito divisi in due eserciti contrapposti, quello che propugna la bontà della politica federale e del controllo FIR più ampio possibile contro chi invece vede nei club la vera risorsa dell’Ovalia italica. Ovviamente la bontà delle due posizioni per i rispettivi sostenitori è a prescindere.
Ci sono anche posizioni un po’ più sfumate, tipo quella di OnRugby. Che non è cercare di dare un colpo al cerchio e uno alla botte in una specie di doroteismo di ritorno, ma è una opinione che nasce dalla convinzione che che il cuore del movimento sta nei club e che lì bisogna concentrare la maggior parte degli sforzi ma che al contempo qualche accademia federale male non può fare. Qualche però, mentre il piano messo in piedi dalla gestione Gavazzi ci sembra affetto da gigantismo. Con una necessità di risorse umane ed economiche importante.
Avremmo visto volentieri qualche accademia e/o centro di formazione nelle aree meno rugbistiche del paese come centro di propaganda e al contempo di sostegno alle realtà locali. Più Basilicata e meno Veneto insomma, per prendere due regioni a caso. Opinioni, nulla di più, tra l’altro più volte ribadite.

 

Oggi vi vogliamo parlare di Accademie e di club prendendo spunto da una notizia che arriva dalla Francia. Ieri infatti la LNR ha annunciato la struttura dei campionati del Top 14 e del Pro D2 per la stagione 2015/2016. Tutti hanno parlato di come si è deciso di affrontare la concomitanza con la RWC, della finale a Barcellona (un venerdì sera, tra l’altro) o del fatto che il massimo campionato francese terminerà il 24 giugno, ovvero nel pieno del tour della nazionale bleus in Sudamerica, e che quindi verosimilmente diversi giocatori dovranno rinunciare alle sfide con l’Argentina perché impegnati nella conquista del “bouclier de Brennus”. Lo abbiamo brevemente fatto anche noi e potete leggerlo qui.

 

Però ieri la LNR, ovvero la lega dei club transalpini, ha fatto sapere anche altre cose, che sono invece passate sotto silenzio me che invece possono dirci tanto. Che per esempio il budget della LNR della prossima stagione sarà di 136 milioni di euro. Vabbé, è un altro mondo direte voi, ed è vero. Però la crescita in un solo anno è di 15 milioni visto nel 2014/2015 era stato di “appena” 121 milioni. Una crescita di più del 10% in soli dodici mesi. Non poco anche per quel pianeta che ci sembra così lontano.
Che parte di quei soldi verranno distribuiti con un criterio ben chiaro tra i club dei due tornei principali: 3,1 milioni cadauna a tutte le società di Top 14 (cifra che sale a 3,6 per le neopromosse) e 1,55 milioni per chi gioca in Pro D2 (2 milioni e 50mila euro per chi è retrocesso dal campionato più importante e 1,85 milioni di euro per chi invece arriva dalla Fédérale 1). E poi i fondi per i JIFF, i giocatori di formazione francese la cui percentuale di presenza obbligatoria nelle rose e nelle distinte-partita è destinata a crescere pesantemente nei prossimi 2-3 anni, fondi che passano da 5 a 7 milioni. Soldi che vanno ad aggiungersi ai 5 milioni destinati ai centri di formazione.

 

Già, les centres de formation des clubs professionnels. Questa la loro corretta dicitura, perché non sono federali, ma delle singole società. E come vengono divisi questi soldi? Intanto va detto che la cifra massima assegnabile a ogni club è di 245mila euro, quella minima invece di 112mila. Magari non tantissimi, ma sputateci sopra…
Poi sono stati stabiliti criteri chiari e ben definiti che tengono conto dei risultati sportivi e – udite udite – di quelli scolastici. Il tutto porta a una vera e propria classifica in base alla quale i soldi vengono distribuiti (da notare che Racing Metro e Tolone, ovvero i due club “accusati” di portare in Francia troppi stranieri a peso d’oro sono anche quelli che ottengono i migliori risultati con i centri di formazione). La classifica per la stagione 2014/2015 è questa:

CENTRES DE FORMATION

 

Lo sappiamo, certi paragoni sono improponibili. Per storia, tradizione, dimensioni. Perché il rischio di mettere assieme mele e patate è piuttosto elevato. Però poi ci si dice spesso che uno dei modi per crescere è quello di copiare dai migliori.
Si sostiene che i finanziamenti federali a pioggia ai nostri club non hanno portato risultati. E’ vero. I finanziamenti a pioggia non portano quasi mai a dei risultati. Però la costruzione di una struttura federale fatta di accademie e centri di formazione non è l’unica alternativa possibile a quel tipo di sostegno economico. Aiutare i club che lavorano bene senza “rubargli” (tra mille virgolette, per carità) i giocatori è possibile. Basta trovare criteri chiari e ben definiti. Forse basta smettere di farsi le guerre di religione e volerlo sul serio. Forse basterebbe avere una Lega di Club anche dalle nostre parti.

 

Il Grillotalpa

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