Un monito verso Samoa, Tonga e Fiji a cooperare insieme per evitare il saccheggio dei loro giocatori da club e nazionali estere
Samoa, Tonga e Fiji devono lavorare insieme e cominciare a farlo in maniera rapida, altrimenti rischiano di bruciarsi un vivaio di giocatori che finirebbe dapprima a giocare in Europa e poi nelle rappresentative nazionali degli stessi stati che ospitano i giocatori con un contratto professionistico. E’ questo il grido di avvertimento che giunge dalla Rugby Players Association, nella figura di Rob Nichol che afferma: ” Le nazioni del Pacifico devono iniziare a condividere informazioni – come riporta radionz.co.nz – poichè costituiscano tutte insieme un fronte comune per evitare che vengano loro sottratte risorse umane importanti. Aumentare il dialogo si renderà necessario in futuro se si vorrà avere un’ulteriore punto di vista della situazione anche rispetto agli accadimenti rugbystici dell’Emisfero Sud. Serve compattezza, perchè la potenza economica dei club europei è destinata a rimanere attiva per anni”.
Non è mistero infatti che sono circa 600 i giocatori originari di quell’area geografica con un contratto professionistico nel vecchio continente, e che addirittura i club francesi hanno stanziato delle accademie nel Pacifico per crescere ed “importare” nel Top14, prima, e nella nazionale poi, i migliori giovani talenti samoani, tongani o fijiani.
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