Movimento Italia: le Zebre sono private? Sì, ma solo per un pezzetto

Via libera a una privatizzazione figlia di un compromesso al ribasso, almeno per ora. Qualche giorno fa si è rischiata la rottura

ph. Sebastiano Pessina

ph. Sebastiano Pessina

Allora ci siamo, pare. Le Zebre diventano private, ma come la tradizione italica insegna dalle nostre parti un volta che si riesce a fare 30 diventa davvero difficile riuscire ad arrivare a 31. Il Consiglio Federale tenuto ieri a Bologna ha infatti stabilito che il capitale sociale dei bianconeri verrà acquisito da “un’aggregazione locale di soggetti riferibili al territorio della Città di Parma”, ma non nella sua interezza, bensì al 74%. La FIR vedrà perciò entrare nelle sue casse poco meno di 250mila euro circa (il capitale sociale della squadra bianconera ammonta a poco più di 300mila euro) ma al momento il resto rimane sulle spalle della federazione.
Una “privatizzazione” un po’ a spanne verrebbe da dire, ed è sicuramente così, ma probabilmente in questo momento la FIR ha ottenuto il massimo da quello che oggettivamente poteva avere oggi dalla cordata di imprenditori parmigiani.
Nei giorni scorsi ci sono stati momenti piuttosto tesi e tra giovedì e venerdì scorso – a quanto risulta a OnRugby – si è arrivati a un passo dalla rottura con importanti rappresentanti della cordata che sono arrivati a un nulla dall’uscirne quando sul tavolo ballava una diferenza piuttosto marcata tra richieste federali e disponibilità dei privati soprtattutto circa la gestione della prima stagione, ovvero quella 2015/2016. Alcuni incontri nel week-end hanno ricomposto le fratture e quindi partorito un compromesso che consente ora alla cordata di risparmiare qualche euro in questa prima fase.
Due osservazioni: vista la difficoltà nel reperire cifre importanti ma comunque decisamente distanti da una vera ed effettiva privatizzazione qualche dubbio sulla solidità della cordata parmigiana è impossibile non averlo, sperando di essere smentiti. Ma se si parla di Zebre private l’obiettivo non può essere che trovare uno o più imprenditori/aziende/sponsor disposti ad investire 2 o 3 milioni di euro l’anno almeno, ma in questo momento l’unica cosa ad essere stato privatizzato è solo il capitale sociale. E nemmeno tutto. Un primo passo, sicuro, ma il cammino è ancora lungo.

 

Ancora qualche nota a margine del Consiglio Federale. Primo: capiamo la riservatezza e il diritto alla privacy, ma se la cordata parmigiana iniziasse ad avere un qualche volto, un qualche nome e un qualche cognome la cosa non sarebbe bruttissima. I nomi principali verosimilmente li vedremo nel nuovo cda delle Zebre, che però verrà svelato solo tra fine giugno e inizio luglio, bisognerebbe togliere il velo il prima possibile a questa “aggregazione locale di soggetti riferibili al territorio della Città di Parma”.
Secondo: le Zebre avranno non solo un nuovo cda, ma con ogni probabilità anche un nuovo presidente visto che Pier Luigi Bernabò entra a far parte anche della “Commissione per la presentazione della candidatura dell’Italia alla Rugby World Cup 2023”.
Terzo: dobbiamo aspettarci una revisione importante della struttura arbitrale. Il Consiglio Federale infatti “ha approvato i principi per la revisione degli articoli dal 60 al 69 del Regolamento Organico in materia arbitrale”. I dettagli li conosceremo meglio però solo nei prossimi mesi.
Quarto: il bilancio FIR dovrebbe tornare in positivo, sussurri dicono di poche decine di migliaia di euro, ma comunque in positivo. Le cifre saranno rese pubbliche il prossimo autunno, dopo che il bilancio federale avrà ricevuto il via libera da parte dei revisori del CONI, così come prevede la normativa vigente.

 

Il Grillotalpa

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