Le franchigie australiane fanno fatica nel Super15. Che sia un monito per gli Wallabies al Mondiale?
Il rugby australiano sembra essere ripiombato in crisi. Come in un altalena instabile in questi anni il movimento della “Terra dei canguri” è stato soggetto a molte oscillazioni e nonostante un positivo 2014, è il presente a preoccupare e non poco.
Nel Super15 infatti, le franchigie accusano il colpo e non vanno benissimo. Un problema che a breve/medio termine potrebbe ripercuotersi anche sulla nazionale alla prossima World Cup, dove i Wallabies saranno attesi da un girone eliminatorio di fuoco dove per accedere ai quarti di finale dovranno piegare le resistenze di squadre come Galles e Inghilterra. Senza dimenticar Fiji.
Uno standard non elevato fra i giocatori messi in campo che ha fatto discutere anche i vertici federali, i quali sperano che la seconda parte di stagione possa rivelarsi migliore della prima.
Alla base di queste lacune – sostengono alcuni osservatori interpellati dalla Reuters – sembra esservi la poca profondità nelle scelte che i tecnici possono fare, non creando così quella che down-under chiamano concorrenza costruttiva. Da novembre di quest’anno poi, quando la RWC sarà terminata, la migrazione verso l’Europa potrebbe accentuarsi svuotando così i “serbatoi” australiani che vedrebbero minata la loro competitività futura.
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