2 vittorie, 1 secondo, 1 terzo e 1 quarto posto: i Wallabies alla Coppa del Mondo
L’Australia ha partecipato a tutte e sette le edizioni del Mondiale.
Si colloca al secondo posto di una ipotetica della classifica generale della Rugby World Cup, con 2 vittorie (a pari titoli con Nuova Zelanda e Sudafrica), 1 secondo posto, 1 terzo e 1 quarto.
I due trionfi Wallabies sono arrivati nel 1991, quando sconfissero in finale l’Inghilterra (che ha “restituito il favore” nel 2003 con il piede di Wilkinson), e nel 1999, quando batterono la Francia nell’ultimo atto del Torneo.
Nel 1987, il sogno di dominare la prima edizione della competizione iridata si è infranto in semifinale contro la Francia; mentre due volte è stato il quindici della rosa dei Lancaster a eliminare gli australiani (nel 1995 e nel 2007, sempre ai quarti).
Nell’ultima edizione neozelandese, in semifinale, i Wallabies nulla hanno potuto contro i padroni di casa (poi vincitori); come vedremo, quel 20-6 rappresenta la peggiore sconfitta subita dagli australiani in un match iridato, oltre all’unica vittoria iridata mai ottenuta dalla Nuova Zelanda contro i cugini australiani.
DIAMO I NUMERI: LA SQUADRA
In tutto i Wallabies sono scesi in campo in 41 partite iridate, vincendone 33 e perdendone 8, per un totale di 1.423 punti segnati e 528 subiti.
Il 142-0 con cui l’Australia ha sommerso la Namibia, il 25 ottobre 2003 ad Adelaide, rappresenta la più larga vittoria di sempre nella storia della Rugby World Cup e il record assoluto di mete marcate nel corso di ottanta minuti iridati (22, ovvero circa una ogni quattro minuti). Larghissimi anche i punteggi contro la Romania (90-8, sempre nel 2003) e il Giappone (91-3, nel 2007). La peggiore sconfitta è invece quel 20-6 subito nella semifinale del 2011 dagli All Blacks.
Due tra le più incredibili vittorie dell’Australia alla Coppa del Mondo sono arrivate nei minuti finali, degli autentici colpi di scena. Nel 1991, ai quarti di finale contro l’Irlanda, dopo che i tutti verdi avevano appena segnato, un’ultima incredibile azione degli australiani porta la palla in meta, una meta che vale la vittoria. Nel 1999, durante i supplementari nella semifinale contro il Sudafrica, sarà un drop di Larkham da 48 metri a dare il vantaggio ai Wallabies.
Riviviamo le immagini di questi due momenti.
RWC 1991: Irlanda-Australia, minuti finali
RWC 1999: Sudafrica-Australia, drop di Larkham
DIAMO I NUMERI: I GIOCATORI
Il record di presenze iridate spetta al mediano di mischia George Gregan che ha collezionato ben 20 RWC caps tra il 1995 e il 2007 (quelli totali in casacca gialla sono 139). Al secondo posto un altro monumento del rugby mondiale, David Campese, arrivato a quota 15, tanti quanti quelli della seconda linea Eales (soprannominato Nobody perché “Nobody is perfect”), dell’apertura Lynagh e della seconda linea Nathan Sharpe. A Gregan va anche il record di presenze iridate da capitano, sette, mentre sono cinque quelle di Horwill.
Il più giovane dei Wallabies a scendere in campo in un match della RWC è stato l’estremo Joseph Ward Cosmos Roff che, il 31 maggio 1995, ha giocato contro il Canada a 19 anni e 253 giorni. Tra i senatori il podio spetta a Radike Samo che, alla “veneranda” età di 35 anni e 104 giorni, affrontò il Galles nella finalina del 2011. Due Wallabies, il già citato Eales e Horan, fanno parte del ristrettissimo numero di giocatori che hanno vinto due edizioni della RWC; oltre ai due australiani, il gruppo comprende solo il sudafricano Oss du Randt.
LA META IN DUE E LA RICOMPENSA HOT
È la settimana che precede la finale del 1991 e i Wallabies alloggiano preso un hotel di Londra, dove, il 2 novembre a Twickenham, si sarebbe svolto l’ultimo decisivo atto di quella edizione del mondiale contro i padroni di casa. In quei giorni i giocatori ricevevano dalla lontana patria tantissimi messaggi di incoraggiamento e, in caso di vittoria, promesse di premi da parte di albergatori e agenzie viaggi. Una di queste lettere, racconta Tim Horan, era stata spedita da una ragazza di Adelaide, la quale prometteva “free sex” al primo Wallaby che avesse segnato una meta. Ironia della sorte, Ewen McKenzie e Tony Daly il giorno della finale schiacciarono insieme la palla (al ‘31 minuto del filmato potete vedere l’azione). La marcatura fu assegnata a McKenzie che, per dovere di cronaca, dovette “accontentarsi” del risultato sportivo perché (suo malgrado) la misteriosa tifosa non si fece più viva.
RWC 1991: Inghilterra-Australia, partita completa
Roberto Avesani
Scopri le altre squadre del Torneo sino ad ora pubblicate: Inghilterra – Nuova Zelanda – Italia – Argentina – Galles – Francia – Irlanda – Scozia – Sudafrica – Samoa – Fiji – Romania, Costa d’Avorio, Georgia e Giappone
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