Le Federazioni devono consegnare una lista di 50 nomi entro fine giugno. Chi c’è c’è, chi non c’è…
Una lista bloccata di massimo cinquanta giocatori da far pervenire al board della Rugby World Cup entro il 30 giugno. Dopodiché, nessun giocatore che non sia presente in quella lista potrà essere preso in considerazioni per partecipare ai Mondiali. La notizia, o meglio la regola ricordata in questi giorni da L’Equipe, può essere passata inosservata soprattutto dalle nostre parti. Di per sé in vista della rassegna iridata non sconvolge nulla, ma resta comunque l’estrema forza del paletto imposto dal Board. Chi non sarà scritto in quella lista da consegnare a fine giugno non prenderà parte al Mondiale, e quindi tantovale sfruttare le tutte 50 possibilità. Il vero punto è: quali 50 nomi potranno mai scrivere Brunel e il suo staff? Necessariamente vi saranno giocatori che o non hanno mai indossato la maglia azzurra, o che se l’hanno fatto è stato nelle precedenti gestioni. Il caso più interessante è certamente il primo. Con queste scelte Brunel potrebbe lasciare una sorta di testamento sportivo al suo successore. Come a dire: dovendo sceglierne per forza 50, io ho scritto questi. Tolta la trentina sicura di un posto nella spedizione Mondiale (beato chi può permettersi di lasciare a casa Christian Wade, verrebbe da dire), chi saranno gli altri Azzurri ad essere inclusi?
Sulla scelta c’è da sbizzarrirsi. Prendiamo per esempio i due spot alla mediana, in cui è bene essere coperti. A numero nove Gori, Palazzani e probabilmente Violi, anche se il versatile Ambrosini garantisce più posizioni. Ad apertura Haimona, Allan, Orquera e poi almeno un altro che potrebbe essere Padovani o – perché no – Canna. Tra i centri vi sarà il nome di Tommaso Boni, già a sorpresa chiamato in gruppo durante il Sei Nazioni, e certamente quello del rientrato Garcia. Un capitolo interessante può essere quello tallonatori. Dovendo sceglierne verosimilmente quattro, potrebbe trovare spazio, anche se solo cartaceo, Carlo Festuccia? In prima linea invece scalpita Matteo Zanusso, che questa stagione con la maglia biancoverde ha giocato 1262 minuti celtici e che la maglia azzurra arriverà ad indossarla più prima che poi.
Sul fronte della competizione interna, endemico problema della maggiore selezione azzurra, tutto dipende non già dal numero dei chiamati nel gruppone ma da quanti andranno poi effettivamente in ritiro.
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