Una città emblematica e sempre all’avanguardia: oggi un grandioso hub culturale
Raccontare questa città comporta una certa responsabilità (e fa anche rima…). Manchester non è solo “la capitale” del nord dell’Inghilterra: è un emblema (e non stiamo esagerando). La sua storia è una specie di paradigma del mondo e della società moderna. Dalle conquiste tecnologiche del XVIII secolo che hanno condotto alla Rivoluzione Industriale (di cui la città è un simbolo) all’ascesa del capitalismo, al crollo del sistema economico-produttivo e alle lotte operaie (di cui la città è un simbolo). Dalla crisi del XIX secolo, quando i confini del mondo e con essi i grandi commerci e la concorrenza iniziarono ad allargarsi, sino alla nascita del mercato globale. Dal proletariato al terziario. Dall’industria del cotone agli studi sul modello atomico di Dalton e alla nascita dell’informatica con l’embrione del primo cervello elettronico di Tom Kilburn e Freddie Williams. Dal tragico attentato del 1996 alla rinascita.
Alla metà dell’800 due illustri signori che si chiamavano Karl Marx e Friedrich Engels elessero la città a una sorta di osservatorio. Ancora in quegli anni, gli operai costretti a turni massacranti in condizioni di lavoro disumane morivano come mosche e lo sfruttamento del lavoro minorile era la normalità. Esplorando lo sfacelo provocato da una “iniqua” (per usare un eufemismo) distribuzione della ricchezza, il degrado della società, i feroci conflitti fra la ricchissima, spregiudicata borghesia e la classe operaia condannata a vivere di stenti in orrendi e miserabili slum, elaborarono le note teorie del socialismo moderno. Ma non è finita qui. Nell’Ottocento i capisaldi delle battaglie per l’emancipazione delle donne furono la conquista della parità nell’istruzione e l’acquisizione dei diritti politici. A Manchester, nel 1865, nacque il primo comitato per il suffragio femminile. In quegli anni il termine femminista divenne l’equivalete di “suffragetta”.
Come avrete capito, questa non è solo una città è una specie di gigantesco laboratorio, una specie di avanguardia. Mai vinta nonostante le terribili crisi che ha attraversato, ha saputo superare le difficoltà e riscattarsi reinventandosi. È una città interessantissima in cui c’è tanto da vedere a partire dai suoi oltre 90 musei (alcuni dei quali di valore internazionale), alle sale concerti-auditorium, ai centri congressuali e fieristici… Manchester passerà alla storia come la culla del capitalismo industriale, come il fulcro dell’interazione scienza-ricerca-applicazione e per tutti i motivi di cui sopra, ma resterà sempre famosa anche per la sua effervescente vita culturale. E fra un attimo ci arriviamo.
Siamo nella parte nord occidentale del Paese. Qui, nel 79 d.C., Giulio Agricola (condottiero romano, genero di Tacito che ne raccontò le gesta) edificò un fortilizio: Mamucium (oggi nel quartiere di Castlefield). Costruito su un promontorio (da cui il nome che significa a forma di seno) e nelle vicinanza del fiume Medlock, l’avamposto presidiava il crocevia fra le attuali Chester e York. Al di fuori della piazzaforte vi era un piccolo e prospero centro abitato in cui risiedevano anche le famiglie dei soldati e dove fervevano floridi commerci. Già allora il destino Manchester pareva essere scritto… Durante la Rivoluzione Industriale, per via dell’espansione urbanistica, il sito fu prima inglobato nella città e poi praticamente distrutto quando vennero realizzate alcune imponenti infrastrutture: il Canale di Rochdale e la Great Northern Railway. Oggi, alcune delle sue vestigia sono state recuperate (e rese visibili al pubblico) costituendo parte del Castlefield Urban Heritage Park.
I grandi cotonifici (sviluppatisi nella seconda metà del settecento) hanno il loro prodromo nelle tessiture di lana e lino a opera di una comunità fiamminga che qui risiedette nel XIV secolo. Nella seconda metà del ‘700 la città iniziò la sua crescita esponenziale. Un clima ideale per la lavorazione del cotone e la presenza di grandi giacimenti di carbon fossile (il che significava vapore per alimentare avveniristici macchinari) crearono i presupposti per la costruzione di una lunga rete di canali per il trasporto di materie prime e di merci. Il primo a essere aperto fu il Bridgewater Canal che metteva in comunicazione Manchester e Worsley (15 km a nord-ovest). Nel 1776 la città aveva il suo sbocco sul mare: era collegata a Liverpool (circa 60 km più a ovest)… Il che significava grandi commerci e grandi possibilità di guadagno! Ma, come cantava qualcuno, l’America è vicina; e la “potenza di fuoco” degli Stati Uniti, anche in termini industriali, pressoché imbattibile. Se alla fine del Settecento il mondo era cambiato, la fisionomia dell’economia mondiale, un secolo più tardi, era ancora diversa. E con essa stavano mutando gli equilibri politici del globo. Iniziava il declino industriale di Manchester e con esso quello del “Vecchio Mondo”. A partire dal secondo dopoguerra migliaia di persone si trovarono disoccupate e nel 1982 il porto (che era stato il terzo per importanza in Gran Bretagna) venne dismesso.
1996. È il 15 giugno, compleanno di Her Majesty The Queen. Sono passate da poco le 11 del mattino. Una bomba collocata in un furgone parcheggiato su Corporation Street, nei pressi di un grande magazzino e a poca distanza dalla Town Hall, provoca 200 feriti e la devastazione del centro (l’attentato fu poi rivendicato dall’IRA). È la catarsi. Una tragedia dà luogo la rinascita.
Manchester conta 465.900 abitanti che diventano 2.547.600 se si considera tutta l’estensione della contea metropolitana (censimento 2008). È attraversata dal fiume Irwell e, come dicevamo, da una grande rete di canali navigabili; ora proviamo a darvi qualche consiglio per visitarla.
Come tutte le città che hanno intensamente vissuto la Rivoluzione Industriale, anche Manchester è caratterizzata da un’architettura vittoriana (fabbricati grandi e piccoli in tipici mattoni rossi, per intenderci). E gli innesti delle nuove modernissime costruzioni nel suo impianto urbano creano strani contrasti che le conferiscono un certo fascino. Manchester continua a essere una fucina e una porta verso il progresso.
Il centro è, come sempre, il regno dello shopping. Qui sono concentrate anche la maggior parte delle attrazioni culturali. A partire dalla Manchester Art Gallery: la straordinaria collezione che spazia sino all’arte contemporanea è accolta in una struttura la cui porzione più antica è stata progetta da Charles Berry, l’architetto a cui si deve Westminster (cioè The Houses of Parliament). Nelle immediate vicinanze sorge la Town Hall e la Central Library (l’edificio di stile neoclassico è stato ristrutturato nel 2014 per la ragguardevole cifra di 48 milioni di sterline). Sempre a proposito di costosa architettura, nell’Urbis (un grandioso e modernissimo bilding polivalente) dal 2012 trova sede il National Football Museum che rappresenta una meta interessante anche per noi amanti della palla ovale. La Chetham’s Library & School of Music fondata nel 1653, è la più antica biblioteca pubblica del mondo anglosassone. Qui Marx ed Engels erano soliti trascorrere molto tempo nell’elaborazione delle loro teorie; come denuncia il nome, è anche una scuola per giovani talentuosi musicisti. In centro ci sono alcuni importanti teatri: il Palace Theatre (famoso per i grandi muscial) e il Royal Exchange che merita una visita anche solo per ammirare l’avveniristica sala da concerti interna che sembra una nave spaziale. Spinningfields, appena a sud ovest, è un quartiere modernissimo; caratterizzato da eleganti negozi e tanti ristoranti alla moda. Qui trovate il People’s History Museum interamente dedicato alla storia delle lotte sindacali e alle conquiste sociali; come dice il sito alla voce About Us: “the national museum of democracy. We aim to engage, inspire and inform diverse audiences by showing ‘There have always been ideas worth fighting for’”. The Opera House è il centenario teatro cittadino prevalentemente dedicato al musical e al balletto. A Castlefield, ancora più a sud, troviamo il Castlefield Urban Heritage Park, un luogo interessantissimo non solo per gli appassionati di archeologia industriale. Ci sono anche i resti del forte romano (come vi dicevamo) e il Museum of Science & Industry (MOSI) davvero imperdibile per chiunque. Procedendo in senso antiorario verso sud, siamo a Deansgate interessante per le testimonianze industriali del passato nonché per la presenza della John Rylands Library (una delle biblioteche più importanti del mondo accolta in un palazzo dal fascino straordinario, probabilmente uno dei più significativi esempi di gotico-vittoriano). La Bridgewater Hall è un grande auditorium e il Manchester Central un’antica stazione riconvertita in uno dei centri congressuali e fieristici più attivi nel Regno Unito. Deansgate Locks, invece, è noto per la concentrazione di bar e ristoranti trendy. Fra Whitworth Street West e Oxford Road troviamo HOME, un importantissimo centro culturale polifunzionale dedicato al cinema, all’arte e al teatro contemporanei e i due atenei cittadini, la Manchester Metropolitan University e la University of Manchester che è una delle più prestigiose accademie europee (annovera ben 23 premi Nobel). Qui hanno sede anche il Whitworth (la galleria ospita più di 55.000 opere d’arte e accoglie anche notevoli mostre e installazioni temporanee), il Manchester Museum (il museo di storia naturale) e la International Anthony Burgess Foundation (una biblioteca/centro culturale intitolata al grande intellettuale mancuniano). Risalendo verso nord est, troviamo in successione: la piccola Chinatown (che è il più importate quartiere cinese dopo quello di Londra), il Gay Village e Piccadilly affollati da bar, ristoranti e discoteche. Il Northern Quarter è il quartiere dei creativi, dell’arte di strada e delle boutique esotiche.
Le zone di Salford e Quays, fuori dal centro, sono particolarmente interessanti. La prima, soprattutto intorno a Chapel Street, ospita associazioni culturali e tanti tradizionali pub. Qui, tra le varie attrazioni, ha sede Islington Mill, un polo creativo sperimentale, un’organizzazione indipendente interdisciplinare per lo studio e la promozione dell’arte e degli artisti contemporanei. The Lowry è un luogo imperdibile, un grandioso auditorium inaugurato nel 2000 che colpisce per la spettacolarità della sua architettura modernissima per non dire avveniristica. Accoglie due teatri principali (1.730 e 466 posti) e uno spazio adibito alle performances (per 180 spettatori). Presenta ogni genere di spettacolo: prosa, commedia, musical, opera, balletto, concerti di musica… Vi è anche una grande galleria (1.610 metri di superficie) con una mostra permanete dedicata a Laurence Stephen Lowry (da cui la struttura mutua il nome) ed esposizioni temporanee di arte contemporanea. A completare l’offerta, un ristorante, caffetterie e bar alloggiati sul lato sud per godere della vista panoramica. È un luogo di portata internazionale nato anche per incoraggiare “le opportunità di interazione sociale all’interno della comunità e generare uno spirito di partecipazione. Soprattutto, è un luogo eccitante e stimolante per l’educazione, la ricreazione e la creatività”.
L’Imperial War Museum North, progettato da Daniel Libeskind (architetto di fama mondiale) e inaugurato il 5 luglio 2002, è la quinta e più recente sede del IWM. L’edificio ha una geometria multiforme e destrutturata, per esprimere il mondo devastato dal conflitto, composta da tre blocchi rivestiti di alluminio a simboleggiare lo scontro bellico sulla terra, sull’acqua e in aria. Dalla sua apertura ha accolto oltre 3 milioni di visitatori e vinto quasi 30 premi. Una visita la merita senza dubbio, ma l’esperienza è forte. Oltre a ciò che vi aspettereste di trovare in un museo sulla guerra, questo offre molto, ma molto di più. Lancia un messaggio. A intervalli regolari le luci si abbassano e sulle pareti vengono proiettati filmati e fotografie con scene di guerra. Avvolti dal buio e dai rumori infernali ci si sente completamente smarriti.
In questa zona ha sede anche il MediaCityUK che accoglie BBC Nord e ITV Granada, un gigantesco complesso tecnologico dove la British Broadcasting Company ha decentrato diverse importanti units.
La passione per l’ovale non ci esonera dal ricordare che Manchester è assai ben rappresentata da due importantissime squadre di calcio che militano ai vertici della Premier League: il Manchester United F.C. (la cui casa è l’Old Trafford) e il Manchester City (che dimora all’Etihad Stadium, meglio conosciuto come The City of Manchester Stadium). Quest’ultimo sarà sede del pool match Inghilterra-Uruguay il prossimo 10 ottobre.
L’Aeroporto internazionale di Manchester è il quarto per importanza nel Regno Unito (dopo i londinesi Heathrow, Gatwick e Stansted). A circa 20 km dal centro si compone di tre terminal ed è dotato di una stazione ferroviaria. In auto dal e per il centro (20 minuti traffico premettendo) seguite le indicazioni per la A34 e la A5103. Se arrivate da fuori città l’uscita è lo svincolo 5 della M56 direttamente allacciata alla M6.
Collegano la città con la Manchester Airport Station: la Trainline che propone trasbordi economici soprattutto acquistando il biglietto in anticipo (si risparmia sino al 43%), la First TransPennine Express e la Northern Rail che offrono un servizio 7 giorni su 7 con partenze ogni 10 minuti da e per Manchester Piccadilly (in viaggio dura circa 20 minuti).
La città e l’aeroporto sono ben allacciate al resto del Paese dagli autobus della National Express e dalla rete ferroviaria.
Per saperne di più visitbritain.com
In ogni città toccata dal Torneo (oltre che in quella di Rugby) saranno allestite delle Fanzones, aree super attrezzate per accogliere al meglio appassionati e tifosi. Ogni Fanzone avrà le sue peculiarità, secondo le tipicità del territorio. Vi si svolgeranno eventi e attività di animazione (musica e giochi), si potrà acquistare il merchandising ufficiale, mangiare e, c’è da scommetterci, scorreranno fiumi di birra. Per saperne di più.
Francesca Lupoli
Scopri le altre mete della RWC 2015: Londra, parte 1 – Londra, parte 2 – Londra, parte 3 – Leeds – Exeter – Cardiff – Birmingham – Newcastle – Gloucester – Leicester – Milton Keynes – Brighton
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.