Super Rugby: Auckland nella tempesta saluta Mealamu e Woodcock

I due annunciano l’addio al rugby dopo la RWC. E ora chi guiderà la squadra? Da JK a Umaga, ricostruiamo la situazione

Action Images

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C’è veramente poco, anzi nulla, da celebrare in questo 2015 per la franchigia di Auckland dei Blues. Eppure venerdì sera, dopo la sfida casalinga contro i lanciatissimi Highlanders, i pochi ed infreddoliti 9,350 spettatori sugli spalti di Eden Park Stadium hanno giustamente, meritatamente e melanconicamente salutato due delle legende viventi di questo rugby, non solo di Auckland, ma anche neozelandese se non internazionale. Keven Mealamu e Tony Woodcock hanno annunciato il ritiro da ogni rugby giocato dopo la Coppa del Mondo in Inghilterra, sempre che vengano convocati.
Lo stadio li ha onorati con una standing ovation di circa un minuto mentre i compagni di squadra e degli Highlanders con un’uscita d’onore. Emozionante? Ritiro previsto? Sì per Mealamu e no per Woodcock, che non ha giocato per l’infortunio alla spalla e ne avrà ancora per un paio di settimane. Woody non si è mai sbilanciato sul suo futuro, ma ha poi dichiarato in conferenza stampa che la decisione l’ha presa proprio nell’ultima settimana e che ora il suo focus sono gli All Blacks, prima con la selezione per le Samoa e poi con la difesa della Coppa in Inghilterra. L’anno prossimo lo passerà tra barbeque, birra, ritrovandosi con Kevvie ed andando allo stadio ad incitare gli ex compagni di squadra.

 

I due prima linea hanno anche dichiarato che nonostante la faticosa stagione appena lasciata alle spalle, hanno fiducia che la franchigia potrà ritrovare la svolta nei prossimi mesi e ritornare al meglio nell’arco di un paio di anni. Mealamu: “Vorrei che la situazione cambiasse velocemente. E’ stata non dura, ma durassima in questa ultima stagione. Spero vivamente che alcune lezioni siano state apprese negli ultimi due anni e che possano aiutare a muoversi verso una nuova direzione in futuro.” Woodcock: “Abbiamo lavorato duro con i ragazzi quest’anno ed è molto deludente non vedere risultati. Ci abbiamo seriamente provato. Credo che la squadra e lo staff debbano credere in se stessi, credere nei mezzi a disposizione e soprattutto trovare la giusta strada per questa squadra”.
Keven ha 15 anni di ricordi della maglia dei Blues con ben 175 partite in Super Rugby: “15 anni di carriera sono tantissimi ricordi. Credo che ciò che mi rimarrà dentro saranno tutte le persone con cui ho giocato. Giocatori con cui sono ancora amico anche se ora sono all’estero o si sono ritirati. Mi piacerebbe continuare a far parte del rugby in futuro. Il rugby mi ha dato così tanto non solo a me personalmente, ma anche alla mia famiglia e credo sia giusto poter ricambare in futuro”.

 

Ai nomi di Keven e Tony bisogna aggiungere altri giocatori che lasceranno la franchigia e non vestiranno la maglia azzurra nel 2016 come Luke Braid, Charles Piutau, Francis Saili, Brendon O’Conner, Angus Ta’avao e probabilmente Jimmy Cowan. Un peccato che una serata speciale come quella di venerdì sia stata rovinata da una prestazione deludente (44-7 per gli Highlanders) che chiude e racchiude perfettamente l’annata della fanchigia di Auckland.
Dubbi crescono, settimana dopo settimana, sull’immediato futuro della squadra, naufragata sul ridicolo blocco che ad oggi non permette ancora di finalizzare il gruppo tecnico che guiderà la campagna 2016, nonostante la rosa giocatori sia quasi completa.
Ma come siamo arrivati a questo empasse del consiglio di amministrazione a stagione conclusa? Facciamo un riassunto e qualche passo indietro.
Nel marzo del 2014 il consiglio di amministrazione decide di rinnovare il contratto di Sir John Kirwan per la stagione 2015, senza, cioè, aspettare i risultati sul campo. La squadra arriva 10a nella classifica generale del Super Rugby – come il precedente anno tra l’altro – e gli assistenti allenatori Sir Graham Henry e Mick Byrne decidono di non rinnovare il contratto.
Nel settembre 2014, JK chiede una nuova estensione del contratto fino alla fine del 2016. A questo punto il consiglio si rifiuta e pone il 28 Aprile 2015 come data per una revisione completa del lavoro fatto dallo staff tecnico ed eventuale estensione del contratto o apertura della posizione al mercato.

 

Alla fine di aprile 2015, quando il record dei Blues consiste di 11 partite, di cui una sola vittoria, il consiglio di amministazione si riunisce per aprire la posizione a possibili candidati in Nuova Zelanda e all’estero. Nella settimana successive però, JK presenta il suo piano per il 2016 e un piano di successione per le seguenti due stagioni: arruolare Tabai Matson dai Crudasers prima come assistente e poi come capo allentore, mentre lo stesso John avrebbe poi ricoperto il ruolo di Direttore del Rugby. La notizia di un incontro segreto trapela ai media a metà maggio 2015 aprendo un contenzioso di mancanza di fiducia della dirigenza di Christchurch nei confronti della controparte di Auckland.
Tornato dall’incontro segreto, Matson chiama una conferenza stampa per annunciare che sarebbe rimasto con i Crudaders. Probabilmente la visione di JK, il feedback dei giocatori e soprattutto un consiglio diviso sulla sorte dell’attuale allenatore capo, non hanno convinto Matson a fare il grande passo. Legato al progetto Matson c’è anche il nome di Wayne Smith, attuale assistente degli All Blacks con un curriculum che non ha bisogno di presentazioni.

 

Dopo la debacle di Tabai Matson, si scopre che il consiglio di amministrazione dei Blues è ormai diviso e bloccato su due prese di posizione e viene chiesto l’intervento della NZRU per sistemare la situazione:
– Il 40% della proprietà dei Blues è nelle mani di privati rappresentati in consiglio da tre membri che raccolgono il 50% dei voti.
– Il 60% della proprietà è nella mani di Rugby Holdings LTD che include Auckland Rugby, North Harbour Rugby e Northland Rugby ed è rappresentata da due membri del consiglio che raccolgono il 50% dei voti.
– I privati vogliono che JK rimanga perché aiuta il marketing e il “corporate business network” mentre i rappresentanti del rugby vogliono un nuovo staff al completo
– I rappresentanti dei privati hanno cambiato idea sul trattenere JK dopo la presentazione del progetto Tabai Matson

 

Che dire? Un completo disastro sia dentro che fuori dal campo. Gli addetti ai lavori suggeriscono che John Kirwan debba lasciare il posto, non venendo licenziato, ma lasciando lui stesso, conservando quel poco di autorevolezza rimasta. Negli ultimi tre anni gli errori dell’ex allenatore di Italia e Giappone sono stati tanti e grossi. Prima di tutto ha ritenuto alcuni giocatori non adatti al Super Rugby. Stiamo parlando di Melikai Fekitoa, Gareth Ascombe, Waisake Naholo e Marty Banks . Non c’è neanche bisogno di specificare dove siano ora questi giocatori e che carriera hanno fatto da quando sono stati scartati da JK.
Poi una grande rotazione della linea dei trequarti ed una mancanza di una strategia difensiva. Inoltre, negli ultimi mesi, ha perso Charles Piutau, Angus Ta’avoa e Francis Saili che andranno all’estero. Lo stesso conpagno di mille avventure, il suo assistente Grant Doorey ha dato il suo goodbye venerdì e Isa Nacewa, dopo due anni come mental skills coach, ha firmato un contratto per tornare a giocare in Irlanda.

 

Potrebbe andare peggio di cosi? Sì, perché dobbiamo ricordare anche la debacle del contratto di Benji Marshall dalla league come apertura nel 2014. Ma le parole di Charles Piutau intervistato da NewsTalk ZB sono state chiare. Alla domanda se JK era – a suo parere – bravo abbastanza per il livello di Super Rugby, il giocatore risponde :”Non so, non vorrei commentare”. Forse anche lo spogliatoio non è così unito come lo poteva essere ad inizio di stagione.
Notizia delle ultime 24 ore è un nuovo meeting “segreto” con l’attuale head coach di Counties Manukau Tana Umaga, attualmente in Italia con l’U20, ma pronto a tornare in patria nei prossimi giorni con la salma di Jerry Collins. Tana avrebbe lo stesso contratto di Matson, un anno da assistente ed due da capo allenatore. Più il tempo passa pero’ e più il potere di negoziazione di Tana aumenta.
Ma ci sono due considerazioni da fare:
1) Tana è una personalità molto forte e difficilmente potrebbe obbedire alle richieste di JK.
2) Se annunciato come capo allenatore oggi, si troverebbe una quadra decimata, di cui non ha avuto nulla a che vedere nella programmazione dei giocatori per il 2016 e sarebbe un peccato perché Tana avrebbe molto peso nel portare giocatori importanti che contano e fanno la differenza.
Sta di fatto che solo un palco come Auckland e gli Auckland Blues poteva offrire un dramma simile, quasi da soap opera americana. Sta di fatto che è stato un supplizio assistere alle partite dei Blues quest’anno e soprattutto è stato irrispettoso il modo in cui la franchigia ha salutato le proprie legende lo scorso venerdì sera.
Non si poteva non soffrire e compatire campioni come Kevvie e Woody.

 

di Melita Martorana

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