Il giocatore del Tolone firma un’autobiografia e racconta di una infanzia difficile e di un terribile 2009
Un’autobiografia scritta da Mathieu Bastareaud con la prefazione di Jonny Wilkinson. Se uno è un appassionato di rugby ce n’è abbastanza per essere interessato. Poi c’è anche quello che si trova scritto sulle pagine del libro, dove il giocatore del Tolone parla di sé stesso, dei suoi problemi e dei suoi demoni senza alcuna remora. Dentro ci sono parole come depressione, alcolismo, istinti suicidi.
Il volume di chiama “TÊTE HAUTE – Confessions d’un enfant terrible du rugby” ed è pubblicato in Francia da Robert Laffont. Si inizia dall’infanzia difficile che ha visto il piccolo Mathieu soffrire di bulimia e si passa per il noto caso del 2009 quando il giocatore appena ventenne, in tour in Nuova Zelanda con la nazionale francese, denunciò un’aggressione a Wellington da parte di 5 persone salvo poi smentire tutto e ammettere di essersi ferito da solo in albergo, completamente ubriaco. Un caso che portò a un quasi scontro diplomatico tra i due paesi. Basteraud in realtà era caduto mentre si spogliava, finendo addosso a un tavolino di vetro, non ebbe il coraggio di confessare che era ubriaco per non affrontarne le conseguenze con lo staff e si inventò quella storia.
Il momento peggiore però arrivò dopo, quando l’inganno venne scoperto e i media lo attaccarono: il giocatore ammette nel libro di aver tentato addirittura il suicidio. “Un giorno andai diretto in cucina – si legge nel volume – Presi u grosso coltello e feci dei tagli alle vene dei polsi. Svenni immediatamente. I miei amici sentirono il rumore e vennero a vedere che stava succedendo. Videro il coltello, il sangue e videro me senza coscienza, chiamarono immediatamente i soccorsi. Non so se volevo davvero morire, però volevo soffrire. Punirmi. Quando per tutto il giorno ti senti dire che sei un perdente, che non ti meriti di essere dove ti trovi… beh, cerchi di avere una giusta attitudine ma alla fine inizi a credere a quello che la gente ti dice. Sprridevo in pubblico ma quando ero a casa mi sentivo solo”.
Una terapia ha aiutato Bastareaud a uscire da questo tunnel e a prendersi non poche rivincite, sul campo e fuori.
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