Una intervista senza nascondersi dopo il trionfo nel Top 14. E quanto fa male quella telefonata non arrivata dalla FIR…
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ph. Sebastiano Pessina
Gioia, tantissima gioia per la vitoria nel Top 14, ma anche amarezza per quello che sta succedendo in Italia in questi giorni. Sergio Parisse, capitano della nazionale azzurra e dello Stade Francais, neocampione d’Europa, rilascia una intervista a Gazzetta.it in cui esprime la sua felicità per la conquista del Top 14 ma “resta un grandissimo dispiacere non avere ricevuto la chiamata del presidente della nostra federazione: credo che il massimo esponente del nostro movimento avrebbe dovuto sentirsi onorato nell’avere il suo capitano in campo con il tricolore e il Bouclier”. Parisse in campo alla fine aveva infatti anche una bandiera italiana.
Ma il terza linea non si ferma qui: “Io per la Nazionale ci ho sempre messo la faccia e preso tanti schiaffi. E dall’altra parte non c’è mai stato un grazie, anzi, ho preso altri schiaffi. A un certo punto mi dico: ma chi me lo fa fare? Non parlo da azzurro o da capitano, sono solo Sergio. Un ragazzo che ha dato sempre il cento per cento. Qui in Francia e in giro per il mondo, in paesi che nel rugby sono anni luce avanti a noi, sento nei miei confronti stima e complimenti, poi arrivo in Italia e mi sento criticare da chi questo sport non lo vive a quei livelli”.
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