Una intervista senza nascondersi dopo il trionfo nel Top 14. E quanto fa male quella telefonata non arrivata dalla FIR…
Gioia, tantissima gioia per la vitoria nel Top 14, ma anche amarezza per quello che sta succedendo in Italia in questi giorni. Sergio Parisse, capitano della nazionale azzurra e dello Stade Francais, neocampione d’Europa, rilascia una intervista a Gazzetta.it in cui esprime la sua felicità per la conquista del Top 14 ma “resta un grandissimo dispiacere non avere ricevuto la chiamata del presidente della nostra federazione: credo che il massimo esponente del nostro movimento avrebbe dovuto sentirsi onorato nell’avere il suo capitano in campo con il tricolore e il Bouclier”. Parisse in campo alla fine aveva infatti anche una bandiera italiana.
Ma il terza linea non si ferma qui: “Io per la Nazionale ci ho sempre messo la faccia e preso tanti schiaffi. E dall’altra parte non c’è mai stato un grazie, anzi, ho preso altri schiaffi. A un certo punto mi dico: ma chi me lo fa fare? Non parlo da azzurro o da capitano, sono solo Sergio. Un ragazzo che ha dato sempre il cento per cento. Qui in Francia e in giro per il mondo, in paesi che nel rugby sono anni luce avanti a noi, sento nei miei confronti stima e complimenti, poi arrivo in Italia e mi sento criticare da chi questo sport non lo vive a quei livelli”.
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.