In una intervista Gianni Amore fa sapere di essere pronto, ma questa volta vuole garanzie dal Veneto
Le elezioni federali sono lontane, ma non troppo. Il momento in cui il presidente FIR Alfredo Gavazzi chiederà una riconferma dopo il suo primo mandato verrà fissato solo nella prossima tarda primavera, ma la “forchetta” possibile è quella che inizia con la fine delle Olimpiadi di Rio de Janeiro (la fiamma olimpica verrà spenta il 21 agosto 2016) e che termina al 31 dicembre: in quel periodo tutte le federazioni affiliate al CONI rinnoveranno i propri vertici.
Gavazzi non ha mai nascosto la sua volontà di ricandidarsi, ma ancora non si conoscono i suoi avversari, ma appunto è ancora presto. Il nome più importante e atteso arriverà dal Veneto, dove però il candidato ancora non è palese, forse perché non è stato individuato in via definitiva: quattro anni fa fu la candidatura di Amerino Zatta a trascinare il resto della regione nella sua quasi totalità mentre questa volta il processo sarà inverso, con un nome che arriverà al termine di un percorso che è iniziato proprio nel 2012 e che ha visto – nonostante alcuni inevitabili stop & go – una regione fondamentale per l’Ovalia italiana fare un percorso comune. E non era affatto scontato: quello di Zatta quattro anni fa sembrava un mero cartello elettorale e dopo la vittoria di Gavazzi (che raccolse il 54% abbondante dei consensi) nessuno avrebbe scommesso sull’unità del litigiosissimo Veneto. Invece le cose sono andate diversamente. Che poi questo basti a vincere la corsa elettorale è tutto un altro discorso.
Da tempo circolano voci e indiscrezioni sul possibile nome che potrebbe uscire dal Veneto: c’è quello dello stesso Zatta, altri fanno quello dell’attuale presidente del comitato di quella regione Marzio Innocenti, oppure quello di un non ancora meglio identificato candidato “a sorpresa”. Altri rumors parlano invece di un nominativo non veneto ma appoggiato da quella regione. Insomma, siamo nel campo delle ipotesi, quindo vale un po’ tutto e le indiscrezioni lasciano il tempo che trovano.
Chi invece esce di fatto allo scoperto è Gianni Amore: terzo incomodo nel 2012 tra Gavazzi e Zatta, raccolse il 6% delle preferenze. In una intervista a Polesine Rugby fa capire che sarebbe disposto a ricandidarsi, ma vuole garanzie: “Non ho intenzione di andare allo sbaraglio come feci alle ultime elezioni, anche se è servito comunque a presentarmi a chi, ancora, non mi conosceva personalmente. Mi presenterò solo se ci sarà un gruppo a sostenermi, che mi accompagni sino alla fine della campagna elettorale. Non è importante che sia io o Zatta a candidarsi , ma l’importante è che entrambi non ripetiamo lo stesso errore che abbiamo commesso 3 anni fa”.
L’errore di cui parla Amore è stata la mancanza di comunicazione tra i due candidati anti-Gavazzi e trova anche un colpevole: “Se lo avessimo fatto (incontrarci e parlare, ndr), forse sarebbe nata una alleanza che ci avrebbe permesso di cambiare il destino della FIR. Invece abbiamo avuto un interlocutore che, a mio avviso, non si è dimostrato all’altezza del compito affidatogli: Munari. La squadra di Zatta non era completa e io per un accordo avevo chiesto di unire alcuni della mia squadra alla sua. Ma lui si rifiutò categoricamente e mi disse che sarei entrato solo io, e da semplice consigliere”.
Questione di ruoli, cariche e di pesi che però anche i numeri hanno poi confermato essere parecchio diversi tra loro. Diatribe e battaglie di tattica politica che con il passare dei mesi non potranno che aumentare, in attesa dei programmi, che alla fine sono quelli che verranno sottoposti al giudizio del movimento. O così dovrebbe essere.
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