L’Argentina di coach Hourcade cerca nuove vittorie. E i risultati ottenuti dimostrano che laggiù stanno lavorando molto bene..
Venerdì 17 luglio, ore 9:35 italiane, Ellis Park. Queste le coordinate d’inizio del Rugby Championship 2015, il torneo dedicato alle quattro regine dell’Emisfero Sud. Nell’anno della Rugby World Cup, un banco di prova certamente stressante per tutti quei giocatori che hanno appena finito il Super Rugby ma anche l’opportunità di mettersi in luce proprio in vista dell’appuntamento iridato, mentre per staff e tecnici un appuntamento ideale per rodare la propria squadra e per arrivare preparati al meglio al kick off londinese del 18 settembre. Il format ridotto prevede la metà delle partite (in stile Sei Nazioni), ma il dato tecnico e lo spettacolo sono assicurati. Come arrivano all’importante appuntamento le quattro squadre protagoniste? In rigoroso ordine alfabetico, iniziamo con l’Argentina.
Il 5 ottobre 2014 i Pumas hanno scritto un’altra pagina di storia ovale, centrando dopo tanti tentativi la prima, storica, vittoria nel torneo. A Mendoza, nell’ultima giornata del Championship 2014 e dopo aver accarezzato più e più volte il traguardo, l’Australia usciva sconfitta 21-17. Il risultato fu il coronamento di un processo iniziato il 18 agosto 2012 con la prima partita di sempre nel Quattro Nazioni per l’Argentina, la cui performance nel torneo testimonia la crescita fatta, con i record di sempre raggiunti la scorsa stagione: più punti in classifica (7), più punti segnati (105) e meno punti subiti (157). Ma, soprattutto, una crescita nel gioco, sia palla in mano che in difesa, e nei singoli, con giovani giocatori divenuti ormai punti di riferimento nell’orbita Pumas, da Tuculet a Montero passando per i vari Lavanini e Montero. Una squadra che ha compiuto nel modo migliore il necessario ricambio generazionale, trovando dopo i vari Roncero, Albacete, Guinazu, Contepomi e via dicendo, i nuovi giocatori su cui costruire le squadra (e i successi) del futuro. Ma torniamo al presente e al torneo che aspetta Creevy e compagni.
Coach Hourcade dovrà fare i conti con i diversi e importanti infortunati di breve o lungo termine, che certamente non saranno disponibili per la partita contro la Nuova Zelanda (Hernández, Camacho, Lavanini, Lezana, Valdez, Ezcurra, Matera, Senatore, Montero e Figallo). Ma al di là del risultato finale delle tre partite, per l’Argentina sarà importante trovare buona continuità ma soprattutto non evidenziare certa indisciplina sotto pressione e certi errori difensivi non forzati che la squadra non ha ancora eliminato del tutto, e per lo staff trovare valide alternative in chiave Mondiale. Questo sarà anche l’ultimo Championship prima dell’esordio nel Super Rugby, momento spartiacque nella storia del rugby argentino, e passato il quale i risultati della nazionale dipenderanno quasi esclusivamente dallo stato di forma e dal gioco dei giocatori della franchigia.
Di Roberto Avesani
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