Da capitano ed ex tecnico della nazionale, il campione del mondo offre il suo punto di vista sulla gestione del gruppo
Come al solito, quando c’è da essere franchi, Martin Johnson non le manda a dire. E così, intervistato da talkrugbyunion.co.uk. il capitano che ha alzato la Rugby World Cup 2003 ed ex ct della nazionale di Sua Maestà si concentra nell’offrire il suo parere sulla rosa inglese, focalizzandosi in particolare sulla situazione di quei giocatori definiti “indisciplinati” che spesso tengono banco in Inghilterra.
“Manu Tuilagi salterà la Coppa del Mondo, e di chance nella carriera di un giocatore per disputare questo evento, non ce ne sono tante, al massimo tre o quattro – aggiunge poi – quando nel 2011 ero io l’allenatore si rese protagonista in Nuova Zelanda di un episodio spiacevole, quindi posso affermare che mi trovo d’accordo con Lancaster e la Federazione sul fatto di applicare pene severe. I casi di Harley e Cipriani invece, sono totalmente diversi. Per l’apertura, oltretutto, bisogna aspettare i risultati delle indagini”.
Attenzione però perchè se Johnson si schiera con Lancaster su tutta la linea dei convocati, tende invece ad ammonirlo rispetto a divieti e coprifuoco: “E’ giusto non imporre almeno inizialmente alcun divieto ai giocatori, ma il tutto va gestito sempre mantenendo la situazione sotto controllo. I giocatori stessi si dovrebbero rendere conto da soli di quando tendono ad esagerare. Arrivare ad una situazione di controllo estremo, da parte dello staff, sarebbe davvero triste”.
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