Il rapporto tesserati-popolazione-disponibilità di squadre in Italia crolla rispetto alle altre celtiche. E tra Veneto e Lombardia…
Un articolo pubblicato sul Gazzettino odierno, riporta i dati di uno studio condotto dal consigliere Raffaele Salvan per conto del Comitato veneto (CRV), e di cui già avevamo parlato. Ora a distanza di un mese lo stesso articola riporta tre focus: uno sulla situazione del Triveneto, uno sulla differenza tra Veneto e Lombardia (con la prima che resta la regione più rugbistica d’Italia non per numero assoluto di tesserati ma per il rapporto di questo con il dato sulla popolazione) e infine, quello di cui ora parliamo, sulla differenza tra noi e le altre federazioni celtiche. In Irlanda il rapporto tra tesserati e popolazione è quasi del 4%, che si traduce in una media di 10 squadre ogni 5000 abitanti, in Galles il rapporto è del 2% e in Scozia dell’1.97%. In Italia, invece, il dato si riduce allo 0.128% e ad una squadra ogni 20.000 abitanti. A questi numeri, corrispondono determinate situazioni, in primis il ranking: l’attuale posizione, per Salvan, rispecchia la base di praticanti. Se ne avessimo 85.000, si legge, potremmo ambire fino alla sesta.
Infine, riportiamo integralmente la differenza tra “praticante” e “tesserato”, così come riportata dallo studio: «Il praticante è quel tesserato che partecipa attivamente alle sedute di allenamento settimanale programmate dalla società. E’ un giocatore sul quale l’allenatore può fare affidamento per allestire la squadra quando questa è chiamata a svolgere l’attività ufficiale prevista per la stagione sportiva in corso. Il tesserato, invece, è un giocatore regolarmente iscritto, potenzialmente idoneo alla pratica del rugby ma che, per motivi diversi, non si allena o al massimo si presenta 2-3 volte al mese per mantenere un collegamento con gli amici e quindi, elemento tecnicamente non affidabile per programmare l’attività agonistica di cui abbisogna la suddetta squadra».
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