Il terza linea azzurro in una lunga intervista tocca tantissimi temi: cambiamento e futuro della palla ovale, doping, premi e Mondiale
Il terza linea azzurro Mauro Bergamasco ha concesso un’intervista a La Stampa. Tanti i temi toccati, soprattutto in ottica Mondiale. “Sento che sto bene” esordisce il flanker, che guarda alla partita di Torino contro la Scozia: “Molta attenzione alla difesa, ma vogliamo essere protagonisti anche in attacco. Non si vince difendendo e basta”. Sarà il Mondiale numero cinque, tanti anni in cui il rugby è cambiato molto: “Il rugby invece è un altro sport. Fisico, tattico, tecnico, è cambiato tutto […] giocato da super atleti”. E la domanda successiva va sull’argomento doping: “Non metto la mano sul fuoco, siamo uomini anche noi, qualche mela marcia ci sarà“. Infine, sul futuro del rugby in Italia (“bisogna investire su educatori e settori giovanili”) e sul futuro tecnico della Nazionale (“un tecnico esperto, di formazione latina. E un pedagogo. Perché allenare l’Italia non è facile“). Sulla polemica premi e lo scontro con la Federazione, questa la risposta: “Noi giocatori non ci pensiamo e non ne parliamo. Se lo farete anche voi giornalisti ci aiuterete ad essere più sereni”.
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