Un girone già deciso, uno quasi, uno incerto e infine uno apertissimo. Otto posti disponibili, 11 candidate e 40 partite
L’evento più atteso dal mondo del rugby e non solo sta per iniziare. L’appuntamento è fissato per venerdì sera a Twickenham, quando dopo la cerimonia di apertura Inghilterra e Fiji daranno ufficialmente il via alla Coppa del Mondo 2015. Dai test di preparazione sono uscite squadre competitive e la vittoria degli All Blacks per quanto pronosticabile è tutt’altro che assicurata. Prima, però, bisogna pensare ad uscire dalla fase a gironi. E attenzione, che le sorprese potrebbero essere dietro l’angolo.
Pool A: da subito ribattezzato “Girone della morte”, al termine delle partite di qualificazione alla fase finale una tra la semifinalista della scorsa edizione, la vincitrice del Championship e la squadra di casa finirà il proprio torneo. Si tratta di capire chi sarà a lasciare anzi tempo.
Sulla carta il Galles già partiva un passo indietro. I tempi della doppia vittoria al Sei Nazioni sono vicini ma ormai passati, il gioco di Gatland paga sempre meno e a complicare le cose sono arrivati gli infortuni di Halfpenny e Webb, due giocatori fondamentali nel game plan gallese e due tra i migliori di tutta Ovalia nei rispettivi ruoli, senza scordare le percentuali al piede dell’estremo di Tolone, che sarebbe stato certamente un’arma in più anche pensando alle key areas alle quali gli arbitri (ma sarà vero?) dedicheranno particolare attenzione.
L’Australia ha da poco battuto gli All Blacks, vittoria non da poco nella testa di una squadra che ha in tempi recenti sofferto sul piano mentale, ma che sembra aver ritrovato con Cheika e Ledesma una propria solidità. Resta il fatto, ovvio ma importante da ricordare, che se il pack Wallabies non alzerà la voce contro i Dragoni sarà dura attaccare e mettere in difficoltà la fisicità della squadra di Gatland.
L’Inghilterra non può sbagliare. Lancaster lo sa, e contro le Fiji manderà in campo una squadra che non deve fare altro che segnare una marea di punti. Il quindici della rosa si presenta al via con la sensazione di aver trovato quel piano B offensivo tante volte mancato. Ci sono May, Watson, i primi cinque, ma anche Burgess che dalla panchina potrebbe fare male a chiunque.
Le Fiji in un altro pirone avrebbero potuto dire la loro. Ma occhio a non sottovalutare gli isolani, che hanno qualità da vendere. Chiude la pool l’Uruguay dei tre ex Valpolicella Mieres, Etcheverry e Roman: per i Los Teros un’occasione unica per mettersi in luce sotto i riflettori più prestigiosi.
Pool B: il Sudafrica non dovrebbe avere problemi a vincere, e data l’abbordabilità del girone convincersi dei propri mezzi e lanciare un messaggio alle altre squadre. La Scozia si giocherà il passaggio del turno con Samoa: posto che entrambe non dovranno perdere punti contro l’Ovalia che verrà (Giappone e Stati Uniti), il passaggio del turno degli Highlanders non è poi così scontato. La squadra di Cotter parte avanti per organizzazione e per quanto fatto vedere nei match di preparazione, ma occhio che contro la fisicità e la voglia di giocare degli isolani ogni svarioni ed uscita dai binari (che in Hogg e compagni non mancano) si pagano a caro prezzo.
Pool C: la Nuova Zelanda chiuderà in testa e l’Argentina seconda. Nessuna tra Tonga, Georgia e Namibia ha le carte in mano per rovinare il piano di All Blacks e Pumas. Così come la squadra di Hourcade difficilmente sgambetterà quella di Hansen, ma per qualunque altra squadra sarà difficilissimo battere una squadra, o meglio una Federazione, un movimento, che misureranno in questo Mondiale quanto di buono fatto negli ultimi quattro anni.
Pool D: posto che Romania e Canada sono squadre rognose e che daranno tutto, la realtà è che Francia, Irlanda e Italia giocheranno un mini girone a sé stante. Un mini Sei Nazioni contro due squadre che abbiamo battuto in tempi recenti, anche se in condizioni completamente diverse. Questa Irlanda non sarà con i cerotti come quella volta all’Olimpico, e anzi è arrivata la notizia che i vari Healey, Murray e R.Kearney sono abili e arruolati. Non che la differenza la faccia il singolo, in una squadra che nelle ultime stagioni ha saputo imporre una propria identità e logica di gioco, e che si presenta al via tra le favorite. Verosimilmente, pertanto, ce la giocheremo sabato contro la Francia. Che nella stessa giornata può vincere e perdere senza logica, che nella stessa azione può costruire una meta splendida o vanificarla con scelte assurde. Aver battuto l’Inghilterra ha alzato il morale, il fuoco amico su Saint-André è calato, terza linea e triangolo allargato fanno paura. Noi siamo senza Parisse e il nostro miglior trequarti, veniamo da un periodo nero ma a Cardiff abbiamo alzato (e non poco) la testa. Basterà? Pochi giorni e lo sapremo.
Di Roberto Avesani
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