Una società ovale in movimento per finanziarsi, una iniziativa iridata da far conoscere
La Coppa del mondo è 48 partite, due milioni e 450 mila biglietti, 13 stadi più uno non previsto dal Comitato organizzatore, non compreso sui programmi ufficiali, non propagandato dalle tv. Si chiama La Meccanica sta a Nerviano, a 20 chilometri – ovest – da Milano. E dal 18 settembre al 31 ottobre ospiterà tutte le partite del William Webb Ellis Trophy.
Era un fabbrica: opificio, tessitura, telai. Pensionata e dismessa alla fine degli anni Sessanta, recuperata e restaurata negli anni Ottanta, resuscitata e risorta un anno e mezzo fa quando, vinto un bando pubblico, la struttura è stata affidata a 17 soci rugbisti del Parabiago e trasformata in ristorante e bar. Ovale.
La Meccanica è sulla circonvallazione all’angolo con via Cesare Battisti, a quattro passi dall’Olona e a due dalla Rotondina, la chiesa nata campestre, ora cittadina, per l’Annunciata, e confina con il parco pubblico. Fra i condomini della vecchia fabbrica: il Cai, l’Avis, L’Abbraccio (solidarietà e assistenza) e la Legambiente.
Da lunedì a domenica, dalle 8 alle 24, colazioni pranzi e cene, cucina lombarda, prezzi più che ragionevoli: lasagne al pesto fatte in casa con fagiolini e patate, 6,50 euro; scaloppine agli asparagi con fagiolini, 8; fuori menu, pasta e fagioli classica alla veneta con pasta all’uovo, 6. Gigantografie di mischie e touche, e grande schermo. Così, qui abitano, almeno per un mese e mezzo, anche Richie McCaw e Chris Robshaw, Nemani Nadolo e Louis Picamoles, Tusi Pisi e Ayumu Goromaru.
“Tutto nasce – ricorda Andrea Musazzi, 39 anni, tallonatore, in campo a Parabiago da quando aveva nove anni – con il Rugby Sound, una festa pensata per sostenere la nostra società. Musica, di tutti i generi, dal blues al rock e al reggae. E poi birre e salamelle. Con gli anni, una quindicina, sempre più giorni, una decina, fra giugno e luglio, sempre più volontari, fino a 200, e sempre più gente, migliaia ogni sera, ecco l’idea di estendere la festa a tutto l’anno”.
Quando è sorta l’opportunità della Meccanica, i rugbisti si sono fatti avanti. “Un modo per continuare a stare insieme e per finanziare il Parabiago Rugby – dice Marco Marazzini, 41 anni, qui dall’Under 8 in poi, estremo e ora anche presidente -. C’è da lottare, ma siamo abituati a farlo”. “Il rugby è una scuola di vita – spiega Giampiero Grimoldi, 35 anni, di Cantone, frazione di Nerviano, dalla pallavolo al rugby causa chili, ora 110 – e i conti, se non tornano, torneranno”.
Il Rugby Parabiago è la maglia rossoblù, è il campo Venegoni, è la forza di 500 tesserati, è anche l’iniziativa prescolastica del Rugby Tots, è il rimpianto della finale perduta contro Paese per salire in serie A (e pensare che all’andata, a Paese, il Parabiago aveva vinto), è il nuovo allenatore Marco De Rossi, fratello di Andrea. Ed è anche La Meccanica, il quattordicesimo stadio della Coppa del mondo.
di Marco Pastonesi
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