Il prato – ma quale prato? – dove gioca il CUS Siena ha conquistato Ovalia grazie a uno spot. La storia la racconta Marco Pastonesi
In questo momento, nel mondo del rugby, durante la William Webb Ellis Cup, il giocatore italiano più celebrato non è Sergio Parisse ma Dario Perondi, la squadra italiana più osannata non è la Nazionale azzurra ma il Cus Siena, e – soprattutto – il campo italiano più ammirato non è l’Olimpico ma il Sabbione.
Clamoroso a Ovalia. Nei Paesi in cui – in tv – si respira e si gode la Coppa del mondo di rugby, Perondi, il Cus Siena e – soprattutto – il Sabbione sono riconosciuti e valorizzati, attesi e amati, popolari e già leggendari. Merito di uno spot, forse uno sketch, una sorta di pubblicità-progresso tagliata in diversi formati e mandata in onda nelle pause delle partite e dei salotti, in tutte le catene televisive, a cominciare da Itv e Bbc fino a Sky.
Tutto è cominciato quando Antonio Cinotti, vicepresidente del Cus Siena, ha ricevuto un’email da un account gmail. Avete una bella storia da raccontare? Ma sì, tutti hanno una bella storia da raccontare, ed è la propria storia, e quella del Cus Siena è bella a cominciare dal Sabbione, il campo che sarebbe piaciuto ad Attila, perché l’erba non è più neanche un lontano ricordo, è sabbie mobili quando piove, è polvere d’oro quando non piove, è polvere di stelle quando non piove e si gioca di notte, è sabbiature quando qualcuno rimane sepolto sotto una ruck. Cinotti invia due o tre foto in cui il Sabbione è al peggio, al minimo, cioè al meglio, al massimo, cioè alla fine di una partita, quando la sabbia può formare anche oasi e dune. Quando pensava che la proposta del Sabbione fosse stata, per così dire, insabbiata, Cinotti riceve un’altra email, stavolta da partizan.com, dà un’occhiata e capisce che trattasi di un gruppo che ha vinto premi e ricevuto riconoscimenti e stipulato contratti favolosi. Seguono chiacchierata in inglese con regista gallese, invio di altre foto, descrizioni di personaggi caratteristici, quindi selezione nel ristrettissimo novero di otto storie internazionali, infine arrivo di 15 operatori per quattro giorni per conto della Land Rover.
Il risultato è strepitoso. Perondi, tallonatore di origine bresciana, capitano lo scorso campionato, qui impegnato con la lavatrice, e mentre attende lavaggio e centrifuga, sfoglia una rivista (“Famiglia Cristiana”, di cui lui si vergogna moltissimo). Silvia (nipote del celebre fantino Bastiano), Valentina e Giulia Carlotta, che fanno parte delle Cittine (le bambine, in senese), se la ridono fra racconti e confidenze, in semplicità e armonia, con tanto di sottotitoli. Quegli anonimi che liberano le scarpe chiodate dai grumi del fango. E – soprattutto – il Sabbione, che per poter offrire il minimo, cioè il massimo, e il peggio, cioè il meglio, è stato innaffiato con il sistema di irrigazione fino a trasformarsi in melma, pantano, stagno, Mississippi. Le milionate di visioni su Youtube e un retweet addirittura di George Gregan, mediano di mischia mondiale con l’Australia nel 2003 e ora opinionista tv), segnano il successo globale dei filmati.
Ai cussini rimangono i video, 14 palloni (erano 15, ma uno è stato immediatamente requisito dal presidente), un assegno di 1500 sterline (circa 2 mila euro) subito iscritti a bilancio, e anche la fama. Il ragazzino di una squadra giovanile di Reggio Emilia, giunta sul posto per una partita, ha riconosciuto il campo ed è esploso: “Il mitico Sabbione!”. Ma l’amministrazione comunale non si è fatta intenerire dai numeri né dalla gloria. E ha rinnovato il solito contributo economico al Cus: zero.
di Marco Pastonesi
https://youtu.be/_AwsLz3-Jp0
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