Ecco cosa hanno detto a caldo i sostenitori e i (pochi) contrari dopo la riunione di lunedì
“Abbiamo dodici mesi per redigere il programma alternativo all’impostazione attuale data dalla Federugby. Mezza Italia ovale si chiede se il Veneto è pronto a scendere in campo e guidare una nuova era o se sono solo parole e non fatti. La linea però è stata tracciata: il 95% delle società regionali ha sposato questo documento ed ora vogliamo sentire un po’ il resto del Paese”. Così il presidente del Rovigo Francesco Zambelli descrive a Il Gazzettino l’incontro di lunedì sera in cui l’opposizione veneta anti-Gavazzi ha compiuto un passo formale importante raccogliendo quasi il 95% dei consensi tra le società della regione.
A parlare anche Marzio Innocenti, presidente del Crv e possibile candidato alla poltrona federale: “Passato il tempo (tre anni) per esprimere una valutazione oggettiva, credo vi siano le condizioni per affermare che il progetto dell’attuale federazione non sia giusto per il nostro sport. Abbiamo iniziato un tour per verificare se questa considerazione fosse condivisa e così abbiamo riscontrato finora in Liguria, Piemonte, Emilia Romagna, Sicilia, Lazio, Toscana, Milano e Brescia. Tutti ci chiedono di “guidare” la rinascita del movimento. Un Veneto che in questi tre anni si è conquistato sul campo l’aspettativa, e la responsabilità, del ruolo guida richiesto”.
Il presidente della Benetton Amerino Zatta, battuto nel 2012 da Gavazzi prima del voto di lunedì ha lanciato un avvertimento a tuti i presenti: “Siate onesti con voi stessi. Non dite sì alla proposta se pensate no. Come è successo tre anni fa quando certi presidenti si sono venduti la notte prima del voto, togliendoci il 20% di consensi”. Da riportare infine anche il parere del dissidente presidente del Mirano Enrico Nali: «Mi sarebbe piaciuto proporre un progetto unitario alla Fir e vedere se era realizzabile insieme, non un progetto alternativo».
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