Un australiano e un neozelandese che hanno vestito la maglia della nazionale italiana parlano dell’atto finale della RWC
Nicholas Zisti non ha vestito tante volte la maglia dell’Italia ma è a suo modo un vero e proprio record-man, Kaine Robertson invece ha vissuto dalle nostre parti per tanti anni. Li abbiamo intervistati in vista della finalissima di Londra della RWC 2015 tra Australia e Nuova Zelanda.
INTERVISTA NICHOLAS ZISTI
Classe 1972, l’australiano Nicholas Zisti ha un passato da giocatore di Rugby League in patria con cui ha raggiunto la NRL Grand Final nel 1996 militando per St. George Dragons. E’ l’unico giocatore di rugby union la mondo che ha esordito con la propria nazionale, in questo caso l’Italia, proprio in una Coppa del Mondo, quella del 1999, senza aver mai giocato a 15. Ricoprendo la posizione di ala, la sua prima partita fu contro l’Inghillterra di Sir Johnny Wilkinson, la seconda contro gli All Blacks di Jonah Lomu.
Nick, qual è la cosa migliore nell’avere una finale Nuova Zelanda contro Australia in Coppa del Mondo?
Prima di tutto perché non è mai accaduto prima [che si incontrassero in finale ndr] e la cosa mi lascia molto sorpreso, e in secondo luogo perché sono convinto che queste siano le due migliori squadre al mondo e non solo qui in Inghilterra, ma da quando il gioco del rugby è stato inventato. In più gli All Blacks hanno ricoperto il ruolo di numeri uno al mondo per la maggior parte di questo tempo, cosa che fa di questa finale un incontro assolutamente interessante.
Come giudichi il Mondiale dell’Australia?
L’Australia ha migliorato tantissimo ed uscire vincitrice dal girone della morte li ha aiutati ad essere pronti ad affrontare la fase finale del torneo. La mischia di oggi è la migliore degli ultimi anni e la terza linea è constantemente presente per imporre pressione sui giocatori avversari e conquistare palla al breakdown. Ma credo che la parte migliore di questa squadra sia una totale confidenza nei propri mezzi, nel senso che i giocatori credono di poter battere qualunque squadra ed è questo che li fa diventare veramente pericolosi.
Che tipo di gioco vedremo da parte di Micheal Cheika in finale?
Credo lo stesso tipo di gioco che abbiamo visto per tutto il torneo. La terza linea composta da Fardy, Hooper e Pocock in constante pressione sul portatore di palla avversario, sperando però di mantenere più disciplina e controllo in difesa.
Quale aspetto invece dell’Australiana può incidere negativamente?
L’Australia avrà bisogno che ogni giocatore sia in forma e che porti il meglio del proprio gioco per poter vincere contro gli All Blacks. Israel Folau non pare sia al 100% anche se credo che Beale abbia giocato meglio in questa coppa. Se non mantengono compostezza e disciplina, gli All Backs vinceranno. L’Australia deve conquistarsi tutto perché gli All Blacks non concederanno nulla. Un altro punto che mi preoccupa sono i calci, Foley ha mancato alcuni calci cruciali durante i playoff che avrebbero chiuso entrambe le partite [Scozia e Argentina] molto prima del fischio finale, se avesse centrato i pali.
Che cosa ci dobbiamo aspettare dagli All Blacks?
Gli All Blacks utilizzeranno tutto ciò che hanno e conoscono. Alcuni dei loro giocatori più famosi non sono più giovanissimi, quindi le giovani leve dovranno fare il salto di qualità, anche considerando che si tratterà dell’ultima partita in nero per McCaw e Carter, non fidatevi dei vecchi guerrieri! Non vedo l’ora!
Risultato finale?
19-17 per i Wallabies…bring it on!
INTERVISTA KAINE ROBERTSON
Classe 1980, Kaine èRobertson è un prodotto della famosa scuola neozelandese di rugby Auckland Grammar School. Approdato in Italia giovanissimo su suggerimento di Sir Graham Henry, Kaine ha giocato 13 stagioni nel campionato Italiano alternandosi tra Viadana e gli Aironi. Ha ricoperto la posizione di ala per la Nazionale Italiana di Rugby dal 2004 al 2010 partecipando al mondiale francese del 2007.
Kaine, qual è la cosa migliore nell’avere una finale Nuova Zelanda contro Australia in Coppa?
La cosa fantastica è che queste due squadre sono senza dubbio le migliori due compagini degli ultimi due anni ed il lavoro fatto è stato ripagato proprio con questa finale. Inoltre è un grande Derby! Sarà magnifico vincere, ma durissimo!
Come giudichi il torneo della Nuova Zelanda?
Tutti dicono che la Nuova Zelanda ha avuto un girone molto facile. Non sono d’accordo. Anche se altre squadre in quel girone possono essere considerate meno famose e con con meno talento, hanno dimostrato di essere incredibilmente fisiche, aiutando, infatti, gli All Blacks a rafforzarsi fisicamente proprio dall’inizio della coppa. Lo dimostra anche l’ottima prestazione fornita dall’Argentina nel torneo. Da un punto di vista dello spettacolo gli All Blacks non hanno mantenuto le aspettative, prendi per esempio i palloni persi o i placcaggi mancati etc., ma questi errori erano anche dovuti alla forte fisicità imposta dagli avversari. Ma alla fine, l’obiettivo principale per lo staff tecnico, così come per il pubblico è di vincere il Mondiale, non di vincere partite con scarti di 100 punti e poi perdere la coppa.
Che tipo di gioco vedremo da parte di Steven Hansen in finale?
Credo che vedremo lo stesso tipo di gioco a cui abbiamo assistito ad Eden Park ad agosto durante il Rugby Championship. La settimana precedente, la Nuova Zelanda è stata giustamente battuta dall’Australia. Tanto è stato detto e scritto su quella settimana e la squadra ha reagito vincendo la settimana successiva, anche se contro una seconda Australia. Però gli All Blacks con quella sconfitta hanno ricevuto un buon calcio nel di dietro ed ora sanno che cosa si possono trovare di fronte in finale. Queste due squadre giocano tantissimo l’una contro l’altra, quindi si conoscono perfettamente. Entrambi gli allenatori hanno probabilmente visualizzato questa finale nei loro piani, quindi non mi stupirei se vedessimo qualcosa non ancora proposto in campo.
Quale aspetto della Nuova Zelanda può incidere negativamente e portarla a perdere la partita?
L’unico aspetto negativo all’interno degli All Blacks, che può fermarli, è il bisogno di soddisfare la voglia di vncere del proprio paese e di conseguenza provando e forzando troppo, cosa che è successa nelle partite all’inizio del torneo.
Che cosa ci dobbiamo aspettare dai Wallabies?
L’Australia giocherà come hanno giocato a Sydney nel Rugby Championship. Ci hanno veramente preso a “botte” in quella occasione! L’utilizzo del “doppio sette” [due specialisti openside flankers] ha dato ottimi frutti e sia Pocock che Hooper sono stati perfetti. Naturalmente prenderanno di mira il breakdown e lì la partita verrà vinta e persa. Tutta la terza linea è fenomenale, ho parlato del loro numero 7 e numero 8, ma non bisogna dimenticare Fardy che sta giocando molto bene anche lui.
Risultato finale?
23 – 18 per… la migliore squadra…
di Melita Martorana
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