Cantiere aperto Italia: 38 nomi e un gruppo che guarda soprattutto al futuro

Tante le novità per il primo stage. E nel caso di convocazioni allargate a fare rumore sono soprattutto gli assenti…

ph. Sebastiano Pessina

ph. Sebastiano Pessina

Premessa 1: non ci sono tutti i giocatori che militano in squadre estere, non essendo gli stage collocati all’interno delle finestre internazionali World Rugby. Premessa 2: ci sono tante novità. Nel gruppo dei 38 giocatori convocati da Brunel per l’allenamento di Treviso in programma il giorno 23 novembre, sono infatti presenti sette atleti provenienti dall’Eccellenza e quattordici alla prima convocazione assoluta con la Nazionale Maggiore. Come spesso capita in caso di convocazioni numerose e gruppi allargati, a far rumore non sono tanto i presenti quanto piuttosto gli assenti. Vero che il Sei Nazioni è lontano, vero che di questi solamente alcuni scenderanno in campo a febbraio e marzo, ma qualche indicazione di massima la si può comunque trarre. La lista potrebbe essere poi letta come “un’indicazione” lasciata da Brunel al suo successore: al Sei Nazioni non vedremo grandi stravolgimenti, a giugno verosimilmente sì (come già avevamo scritto) e questo è il gruppo da cui si potrà iniziare a sperimentare.

 

Nello spot di pilone ci sono gli esordienti Simone Ferrari, Matteo Zanusso, Andrea Lovotti e Pietro Ceccarelli, quattro che hanno ancora molto da dimostrare (la chiamata di Zanusso e Lovotti era comunque preventivabile) ma che sulla carta possono fare strada, anche considerando che la coperta lì davanti tra poco diventerà parecchio corta. A tallonatore ci sono i bianconeri Manici e D’Apice e manca Giazzon, non nel suo momento migliore.
In seconda linea ritorna Biagi ma non c’è Ruzza, che da permit la scorsa stagione aveva fatto bene e che è rientrato nel recente match di Swansea dall’infortunio subito nel pre season: forse anche questo può aver influito nella non chiamata (comunque, non dimentichiamo che il giocatore è un classe 1994).
Capitolo equiparati/terza linea. Van Schalkwyk è un giocatore che palla in mano il suo l’ha sempre fatto. Alla nostra Nazionale una terza linea pesante e che si faccia sentire a contatto in modo efficacie nell’arco degli ottanta minuti è spesso mancato, e tecnicamente la chiamata è legittima e meritata. Resta il fatto che viaggia per i trentuno, e difficilmente si potrà costruire un reparto o comunque qualcosa a livello di gioco attorno a questo giocatore. Per il versatile Budd vale più o meno lo stesso discorso per quanto riguarda il suo essere “spendibile” in ottica futuro azzurro: vanno bene nell’immediato, e tant’è. Discorso diverso invece per Steyn, classe 1992 e già impiegato parecchio dalla Benetton in questa prima parte di stagione: possibile che lo rivedremo anche più avanti. Il reparto di terza linea è comunque  uno di quelli in cui stiamo meglio, ma ciò nonostante si notano le assenze di Barbini e Jacopo Sarto: il primo la maglia azzurra già l’ha indossata e in prospettiva può diventare una buonissima terza linea, il secondo (che non è infortunato) alle Zebre si sta dimostrando un buon “cagnaccio” e in un gruppo così allargato non avrebbe certo sfigurato. Dall’Eccellenza c’è poi Mbandà, già visto come permit alla Cittadella.

 

Tra i trequarti ci sono sei dei sette giocatori provenienti dall’Eccellenza. Tra questi Odiete che a Mogliano sta facendo bene, così come Bellini a Padova e Castello a Calvisano. I nomi che mancano nella linea veloce sono però quelli di Simone Ragusi ed Enrico Bacchin. Il centro è sceso in campo contro Munster nell’ultimo weekend, mentre il nome di Ragusi non risulta tra gli infortunati ufficiali in casa Treviso con cui ha già giocato questa stagione molti minuti. Vero che i due stanno pagando il difficile avvio dei Leoni, ma la loro assenza lascia un minimo lascia sorpresi, dato anche il numero di giocatori convocati. Comunque, il gruppo azzurro si ritroverà il 14 dicembre per lo stage di Parma, e può essere che alcuni dei nomi qui citati vengano chiamati in quell’occasione.

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