L’addio al rugby di Richie McCaw, un “manifesto del professionismo”

L’ex capitano All Blacks ha raccontato in questi giorni quali valori hanno ispirato la sua carriera

Richie McCaw-sebastiano-pessina

Nella settimana della tragica scomparsa di Jonah Lomu il rugby ha visto il ritiro dalle scene giocate dell’altro All Blacks più conosciuto al mondo. In una conferenza stampa annunciata quando in Italia era da poco passata la mezzanotte di mercoledì 18 novembre, Richie McCaw ha infatti confermato quanto già da tempo si andava leggendo nei media downunder e non solo. Durante la conferenza e in alcune successive interviste, l’ex capitano della Nuova Zelanda ha parlato della sua carriera e di quali principi e valori l’abbiano ispirata. Un vero e proprio “manifesto” dello sportivo professionista, che riproponiamo nei passaggi più significativi (le dichiarazioni sono tratte dal canale youtube degli All Blacks e da RadioNZ).

 

L’ultima partita: mi siedo qui davanti a voi senza rimorsi né rimpianti per quanto ho fatto negli ultimi anni. Porto con me il ricordo dell’ultima partita, che è anche l’ultimo ricordo che porti di te stesso in un campo da rugby. Non ho annunciato prima il ritiro perché davvero non sapevo cosa fare, e soprattutto perché non ho mai pensato in modo passivo. Non avrei mai voluto scendere in campo sapendo che quella sarebbe stata l’ultima volta in cui indossavo la maglia All Blacks. E anche ora ripenso non al momento in cui l’ho indossata per l’ultima volta, ma al momento in cui l’ho tolta.

 

Una sensazione che mancherà: la cosa che forse più mi mancherà è sedermi in spogliatoio dopo aver giocato una buona partita. Quando sapevo di aver fatto il mio dovere, di aver dimostrato rispetto tramite il mio modo di giocare, allora provavo delle sensazioni felici. E’ stato un onore far parte di grandi squadre, composte da grandi uomini.

 

La cultura All Blacks: una cosa su cui spesso ho riflettuto negli anni è su cosa sia la cultura All Blacks e dove sia arrivata. Ci sono tantissimi commenti sul modo in cui giochiamo in campo, ma c’è anche tantissimo lavoro fuori dal campo. E questa è una prova di che tipo di ambiente si sia costruito, e sono certo che continuerà ad essere così.

 

Le tre qualità per essere capitano All Blacks: devi essere il migliore in quella posizione in campo, e non devi avere alcun dubbio che saresti potuto non essere scelto. Poi devi credere nei tuoi giocatori e devi trasmetterlo loro, devono sapere che tu credi in loro al 100%. Infine ogni giorno fuori dal campo devi essere un esempio, devi vivere da All Blacks.

 

Mai il giorno peggiore: dal mio punto di vista ho sempre riflettuto sul fatto di dover essere consistente con la mia performance, e se penso al passato ho sempre fatto parte di grandi squadre ma ho sempre dato il massimo e quando penso a questo aspetto c’è sempre un po’ di orgoglio in me. Lo standard deve sempre essere alto: ogni giorno non può essere sempre il migliore, ma non deve essere il peggiore.

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