La meta della società piemontese di Serie C si chiama integrazione. E la FIR le viene incontro…
La FIR ha concesso alla società piemontese “Tre Rose”, che partecipa al Campionato Serie C, di inserire a referto in lista gara un totale di ventidue giovani rifugiati richiedenti asilo nel nostro Paese, nonostante per la categoria in questione sia previsto l’utilizzo minimo di 21 giocatori di formazione italiana sui 22 in lista. I giovani, in possesso dello status di richiedenti asilo, avranno così la possibilità di svolgere la regolare attività agonistica del club, i cui dirigenti hanno rinunciato alla possibilità di promozione. “La Federugby rafforza con questa iniziativa il proprio impegno nel campo della responsabilità sociale con una azione concreta che, come nella volontà de Le Tre Rose, potrà garantire un contributo effettivo al processo di integrazione nel tessuto sociale italiano da parte dei giovani rifugiati”, si legge nel comunicato Fir. Queste le parole del Presidente Gavazzi: “Il primo impegno di FIR è quello di promuovere il gioco del rugby nel nostro Paese, ed attraverso la pratica sportiva far conoscere e promuovere quei valori che sono tipici del nostro sport […] Questi giovani rifugiati potranno partecipare ad un campionato nazionale e, con il supporto dei propri compagni e la scoperta del nostro mondo, inseguire una meta che vale molto più di cinque punti, quella dell’integrazione”.
Soddisfazione è arrivata anche dalle parole di Paolo Pensa, Presidente de “Le Tre Rose”: “Lavoriamo dall’anno scorso con questi giovani provenienti da Paesi e condizioni sociali difficili e, con la stagione 2015/2016, abbiamo deciso di aggregarli stabilmente alla nostra prima squadra. La loro conoscenza del rugby è, in alcuni casi, ancora relativa ma la gioia dello scendere in campo, il senso di integrazione che indossare la maglia del Club insieme ai propri compagni regala loro è per noi l’aspetto più importante del nostro progetto”.
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