Il terza linea delle Zebre è carico e determinato in attesa della chiamata azzurra
Trentuno anni appena compiuti, eppure nel cuore la voglia di un ragazzino. Andries “Dries” Van Schalkwyk sta vivendo così questo periodo della carriera, in attesa di una convocazione da parte di Jacques Brunel per il prossimo Sei Nazioni.
Il sudafricano di nascita infatti, dopo la sua lunga ed attuale militanza alle Zebre, è diventato a tutti gli effetti eleggibile e come ha fatto capire in un’intervista al Corriere dello Sport non vede l’ora di rendersi utile alla causa del Bel Paese: “Mi sento italiano. Qui sono cresciuto fuori e dentro il campo. La maglia azzurra è qualcosa di speciale, ho grande rispetto di ciò che rappresenta. Essere qui è un esperienza incredibile. Per me il Sei Nazioni è torneo più importante che ci sia; solo la Coppa del Mondo si avvicina come valore. Vai a giocare a Londra, Parigi, Dublino, stadi dove si è fatta la storia del rugby. E poi è proprio uno di quei campionati che guardavo da ragazzino in tv. Ne ero affascinato anche se giocavo nel sud del mondo”.
Quanto al suo ruolo in campo, prosegue poi stuzzicato sul paragone con Parisse: “Sergio ha fatto tutto ciò che può fare un rugbista. È di un altro livello, è un fuoriclasse. L’accostamento fa piacere ma si ferma lì. Anzi, spero di non sfigurare accanto al “Fenomeno”.
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