Inchiesta (parte 3) – Rugbisti con la valigia: Stade Toulousain, l’eccellenza della formazione

Uno dei club francesi ed europei con più storia e tradizione: ecco come forma i suoi giovani atleti

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Stade Toulousain Rugby: ovvero 108 anni di storia, la squadra più blasonata in Francia e in Europa con 19 campionati nazionali e 4 Champions Cup in bacheca. Questi risultati sono stati raggiunti grazie alla grande tradizione del club nella formazione dei giovani. Nonostante la percentuale dei giocatori della prima squadra provenenti dalle proprie giovanili sia diminuita con l’avvento del professionismo (dal 70 al 40%) lo Stade Toulousain resta un’eccellenza in questo settore.
Valerie Vischi-Serraz è la direttrice del centro di formazione da quando è stato fondato nel 1988 e mi accoglie nel suo ufficio all’interno dello stadio Ernest Wallon. Il centro festeggerà 30 anni nel 2018 e la mia interlocutrice ne ripercorre la storia. Per i primi 9 anni, dal 1988 al 1997 i giocatori provenienti dal Pole Espoir Toulouse che ambivano a giocare in prima squadra godevano di una formazione scolastica: il professionismo non era ancora accettato dall’ International Rugby Board ed era quindi privilegiato l’accompagnamento scolastico per garantire un futuro ai giocatori amatoriali. Con l’avvento del professionismo nel 1997 la formazione proposta diventa ambivalente: sportiva e scolastica.

 

La spinta ulteriore arriva dalla legge Buffet, dal nome del ministro dello sport che la propose nel 1999 e che prevede la sovvenzione economica di club sportivi per obiettivi di interesse generale. Formare sportivi di alto livello in Francia è considerata una obiettivo di interesse generale. Il Ministero dello Sport e dell’Educazione è quindi implicato nella crescita del movimento rugbistico Francese, sostenendo prima l’azione dei 10 Poles espoir e poi dei centri di formazione dei club professionisti.
I centri di formazione dei 30 club professionistici sono accreditati ogni 4 anni dalla Lega e dalla Federazione e questo permette loro di proporre un contratto espoir a giocatori tra i 16 ed i 23 anni. Attualmente sono 28 i giocatori che godono dello statuto di stagiaire presso Stade Toulousain. Anche in questo caso, così come per i Pole espoir, l’obiettivo non è quello di formare una squadra che partecipi al campionato Espoir (tra i 19 e i 23 anni), ma di formare dei giocatori professionisti per la prima squadra. Il tipo di lavoro proposto è individuale, tecnico-analitico proprio come nei Pole espoir, la differenza è che questi giocatori lo svolgono all’interno del proprio club. In pratica si tratta di una sovrastruttura d’elite per 28 giocatori all’interno del club stesso.

 

Ognuno di questi la domenica gioca nella propria categoria ed i migliori cominciano ad integrare l’organico nel TOP 14 e nella Champions Cup. Ogni anno due nuovi giovani firmano un contratto professionistico. Per il reclutamento lo Stade Toulousain dispone di una rete di 30 club presso i quali a rotazione i tecnici rossoneri si recano per dirigere gli allenamenti ed ai quali propongono 3 seminari di aggiornamento ogni anno. In cambio i club affiliati si impegnano a segnalare i loro migliori elementi quando questi raggiungono i 15 anni.
Lo staff è composto dal direttore sportivo, un responsabile della mischia, un preparatore fisico e un preparatore mentale, un equipe medica e l’equipe amministrativa. A questi si aggiungono in modo saltuario 20 diverse figure come per esempio l’insegnante di sport di combattimento.
La settimana tipo degli stagiaires é divisa tra scuola e allenamento. Il lunedì inizia con il recupero ed il debriefing della partita. Si alternano poi blocchi di tecnicaindividuale, video analisi individuale, palestra (divisa in sviluppo fisico e velocità), rugby e scuola. Il planning occupa tutti i giorni della settimana dalle 9 alle 18-20.
Questa è la conseguenza della competizione feroce per arrivare ad avere un posto al sole: l’arrivo di giocatori stranieri attirati dal sistema rugbystico-economico più ricco del mondo obbliga le società che investono sui giovani francesi e la federazione ad anticipare sempre di più il momento di passaggio ad allenamenti intensivi e a migliorare costantemente la filiera di formazione.

 

Madame Vischi-Serraz ci tiene a farci comprendere come sia sempre più difficile la missione del centro di formazione: club come Tolone, Montpellier e il Racing 92 si basano sulla fortuna personale dei loro presidenti e reclutano sempre più giocatori dell’emisfero sud. Per tutelare i giovani francesi la Lega e la Federazione hanno introdotto il concetto di JIFF: giocatore di formazione francese. Sono JIFF i giocatori tesserati da almeno 5 anni (prima del compimento del 22° anno di età) per la federazione francese e i giocatori che abbiano passato 3 anni in un centro di formazione di un club professionistico. Le società del TOP14 e della PRO D 2 sono invitate, in cambio di una compensazione economica, a mettere sul foglio gara almeno 12 JIFF. Lo Stade Toluousain ha schierato una media di 15 JIFF per match la scorsa stagione. Un ulteriore riconoscimento economico viene dato ai club che fidelizzano i propri giovani inserendo in prima squadra giocatori JIFF provenienti dal proprio centro di formazione.
Dalla prossima stagione, si passerà ad un sistema sanzionatorio: chi non rispetterà le quote minime di JIFF perderà una parte dei diritti televisivi. Nonostante, l’obietivo formazione sia sempre più difficile da perseguire, grazie al Pole espoir Toulouse, gestito dalla Federazione Francese Rugby ed al proprio centro di formazione lo Stade Toulousain continua la sua tradizione di formatore di campioni.

 

di Alessandro Vischi
Veterinario, ex giocatore del CUS Milano e dell’ASR Milano, educatore del minirugby e arbitro. Da tre anni vive a Tolosa dove si respira il grande rugby

 

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