Il Sei Nazioni dell’Irlanda, tra post Mondiale ed infortunati

La squadra di Joe Schmidt insegue una storica terza volta consecutiva. Ma rispetto ai due anni precedenti….

ph. Sebastiano Pessina

ph. Sebastiano Pessina

DUBLINO –  Il realismo di fronte alla storia. L’Irlanda si prepara al Sei Nazioni 2016 sapendo di avere davanti un’occasione storica: mai i verdi hanno vinto tre edizioni consecutive del torneo. Ovvio dunque che la possibilità di alzare il trofeo all’Aviva il 19 marzo prossimo faccia gola a tutti (i biglietti per il match di quel giorno contro la Scozia sono andati via più velocemente del solito, anche se sembrava impossibile). Il realismo però impone di essere prudenti, per tre ordini di motivi: l’hangover che ha seguito gli ultimi mondiali, il calendario e gli infortuni. Analizziamoli uno per volta.

 

Il mondiale. Inghilterra 2015 è stata una grande delusione per l’Irlanda. La doppia vittoria nel Sei Nazioni 2014 e 2015, oltre ai successi su Australia e Sud Africa nei test del Novembre 2014, avevano proiettato l’Irlanda al terzo posto del ranking mondiale. L’attesa per l’esito mondiale da parte dell’Irlanda era altissima, la semifinale, mai raggiunta, era il traguardo minimo. Per questo la batosta contro l’Argentina ha tramortito l’ambiente così tanto, che ancora non si è ripreso. La depressione è proseguita nelle coppe europee per club: per la prima volta dalla 97/98 nessuna squadra irlandese ha raggiunto i quarti di finale. Queste difficoltà però sembrano sormontabili, anche se il 51-10 rimediato da Leinster sul campo degli Wasps sarà rimasto nella testa dei molti giocatori che scenderanno in campo domenica. Certo, se il mondiale irlandese non è stato esaltante, figuriamoci quello di Francia e Inghilterra, che hanno appena cambiato tecnico e sono alle prese con ambienti pieni di pressione.

 

Il calendario. L’Irlanda inizia domenica all’Aviva contro il Galles, quindi è atteso dalla doppia trasferta a Parigi e Londra. Joe Schmidt, commentandolo, non ha risparmiato prudenza: “Finire il torneo fra le prime tre sarebbe positivo, perché dopo la terza giornata potremmo essere in una situazione di classifica molto difficile”. Tradotto: non è escluso perdere entrambe le trasferte. Per vincere il torneo il minimo sindacale è vincere quattro partite, e al momento si fatica a capire quale partita lontano dall’Aviva sia più facile, per una squadra come questa.

 

Gli infortuni. Eccolo, il vero punto interrogativo. Rispetto all’Irlanda mondiale non ci sono Paul O’Connell, Peter O’Mahony, Tommy Bowe e Luke Fitzgerald (quest’ultimo infortunatosi prprio nel ritiro a Carton House). A questo si aggiunga che le condizioni di Johnny Sexton sono molto incerte. Nell’ultima partita di Champions a Coventry è uscito per commozione cerebrale e l’head injury assesment è stato abbastanza nebuloso (prima sembrava che non lo avesse superato, poi all’improvviso è arrivato il via libera). Infine, mercoledì Sean O’Brien (leader della squadra insiema al capitano Best e a Heaslip) non si è allenato ma al momento le condizioni non preoccupano. In ogni caso scenderà in campo una squadra senza i due pilastri del pack di Munster e visto che il candidato alla sostituzione Marty Moore è in aria di scomunica dopo l’annuncio del trasferimento agli Wasps, alla mischia non mancheranno i chili, ma l’esperienza di sicuro. Il Galles ha vinto a Dublino nei Sei Nazioni che hanno seguito gli ultimi due mondiali, sulla strada per altrettanti Grand Slam (23-21 nel 2012, 16-12 nel 2008). In Irlanda vorrebbero invertire la tendenza, ma stavolta non sono neanche sicuri di partire favoriti.

di Damiano Vezzosi

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