Qualsiasi giudizio sulla prestazione degli Azzurrini a Nevers necessita una premessa: di fronte c’erano dei professionisti
Un anno fa, il 24 gennaio 2015, la Nazionale Under 18 di coach Brunello batteva a L’Aquila i pari età della Francia con il punteggio di 26-22. A distanza di 12 mesi e qualche settimana, dieci degli Azzurrini in campo quel giorno al Fattori hanno affrontato nella prima giornata del Sei Nazioni 2016 Under 20 un gruppo transalpino che conservava invece solamente tre ragazzi di quella formazione sconfitta in terra d’Abruzzo. Il risultato questa volta è stato nettamente diverso, con il successo della selezione francese per 40-3, frutto di una superiorità atletica e tecnica che i ragazzi italiani non sono riusciti a contenere. Per spiegarlo ci sono mille motivi, tra cui che in termini di importanza per una Federazione tra un’amichevole Under 18 e un match inaugurale del Sei Nazioni Under 20 non c’è nemmeno confronto. Ma andando più a fondo, si può per esempio indagare dove e quanto hanno giocato nella prima parte di questa stagione (ottobre-dicembre) proprio quei dieci atleti presenti in entrambe le sfide. E forse, al di là di opinioni su allenatori e giocatori, si può riuscire ad avere un quadro più completo.
Dei dieci ragazzi presi come esempio, c’è chi gioca in Serie A (Dal Zilio, Panunzi e Rimpelli con l’Accademia) e ci sono prime linee di Eccellenza ma con bassissimo minutaggio (Ceccato e Riccioni nemmeno un’ora di gioco da ottobre a dicembre ovvero nelle prime sette giornate di Eccellenza, Manfredi e Borean appena di più). Estendendo lo sguardo anche alle “new entry”, ci accorgiamo che nello steso arco di tempo i trequarti Pierre Bruno e Lorenzo Masato hanno trovato pochissimo spazio in Eccellenza. Non solo, la maggior parte dei ragazzi scesi in campo (compresi cinque su sei dei giocatori impiegati in prima linea) sono del 1997 ovvero alla prima esperienza internazionale di livello e hanno affrontato anche atleti che già hanno calcato il palcoscenico del Sei Nazioni di categoria e della Junior World Cup 2015 in Italia. Ma esattamente da chi era composta la selezione Bleus?
Romain Buros di Pau (136 minuti in Challenge Cup), Eliott Roudil che gioca con La Rochelle (373 minuti in Challenge e 143 in Top 14), Atila Septar di Brive (152 minuti in Challenge Cup), Alex Arrate di Biarritz (485 minuti in ProD2), Judicaël Cancoriet di Clermont (che ha assaggiato dieci minuti di Champions Cup) e via così. Insomma, atleti professionisti in forza a club professionistici che giocano il rugby professionistico facendo una vita da sportivi professionisti. Si può discutere all’infinito e secondo i più diversi punti di vista del sistema di formazione del movimento italiano e del ritardo con cui devono fare i conti tutti coloro che indossano una maglia azzurra. Ma ogni valutazione su prestazione singola e collettiva, risultati, game plane, modo di stare in campo e attitudine dovrebbe partire da questa, terribile, premessa.
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