Così il numero uno del Comitato veneto e portavoce di “Pronti al cambiamento”
Nei giorni scorsi è stato lanciato il movimento “Pronti al cambiamento” di cui è portavoce del Comitato Operativo e ora dalle pagine del Giornale di Vicenza il presidente del Comitato veneto Marzio Innocenti torna a parlare di elezioni e questioni feferali. “Vogliamo cambiare il metodo con cui è stato gestito il rugby italiano fino ad oggi, prima con Dondi ora con Gavazzi […] non siamo per l’imposizione di decisioni verticistiche ma per la condivisione – esordisce Innocenti –Credo che la nazionalizzazione del rugby ha comportato il fallimento dell’attuale progetto di gestione al quale non crediamo assolutamente perché ha impoverito i ragazzi più giovani dando loro poche possibilità di crescere”. L’imperativo per il portavoce di “Pronti al cambiamento” è riportare al centro i club, “ad oggi depauperati dal sistema delle Accademie nazionali”, utili in alcune ma non tutte le zone d’Italia come per esempio il Veneto. Questione tecnici: costruire “strutture apposite e percorsi della durata di almeno due o tre anni”. Questione celtica: “Credo che si debba ripensare le franchigie sulla base della territorialità”.
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