Eddie Jones, lo stratega venuto a Roma senza il guanto per togliere le castagne dal fuoco

Il coach dell’Inghilterra aveva previsto tutto e avremmo potuto prendere 60 punti. Sarà, ma un po’ di perplessità restano…

ph. Sebastiano Pessina

ph. Sebastiano Pessina

“Mi fa piacere il modo in cui abbiamo chiuso la pratica. Avremmo potuto tranquillamente segnare 60 punti ma comunque entro fine match siamo stati abbastanza diretti. Credo che nella ripresa siamo stati quite brutal. Ci aspettavamo di segnare tanti punti nell’ultimo quarto e questo è successo”. Le parole, facile immaginarlo, sono quelle del tecnico dell’Inghilterra Eddie Jones che così ha parlato nel corso della conferenza stampa di fine match all’Olimpico. Vero che col senno di poi è facile riguardare una partita, interpretando a posteriori ciò che è accaduto in campo e dando una lettura in linea con quanto ci si aspettava e in questo caso il ragionamento dell’ex tecnico del Giappone, lo chiariamo subito, non fa una piega (così come ribadiamo l’enorme stima nei suoi confronti, a scanso di ulteriori e più fastidiosi equivoci) . C’è da dire però che lo stratega Eddie Jones si è preso un bel rischio. E se non gli abbiamo tolto direttamente le castagne dal fuoco, un buon guanto per non scottarsi glielo abbiamo prestato al minuto ’52 della sfida dell’Olimpico. Ma andiamo con ordine.

 

Prima che Joseph si involasse indisturbato sotto i pali (a proposito, giocare la touche veloce ci stava, contrattaccare la rete meno, vedi screen dell’azione), Parisse e compagni avevano tenuto bene il campo contro un’Inghilterra che aveva chiuso il primo tempo con meno territorio e possesso, e che palla in mano aveva cercato imperterrita di schiacciare il muro azzurro con una prima mezzora fatta di furiose accelerazioni sulla verticale e breakdown puliti con un’intensità che ha testato duramente gli Azzurri (tre cambi per infortunio nel primo tempo non si vedono spesso). Le più occasioni per marcare la abbiamo avuto noi, senza però capitalizzare. Questo ciò che abbiamo visto e questa invece la parafrasi di Eddie Jones: li abbiamo fatti sognare poi lavorati al fianco, messi all’angolo, costretti all’errore e mandati KO. Ineccepibile. Certo è che come troppo spesso visto alla prima crepa l’intera diga è crollata, complice una tenuta mentale ancora non all’altezza. Che Eddie Jones abbia calcolato anche questa? Probabile, ma certo è che tattica o non tattica la partita ha avuto un chiaro spartiacque. E altrettanto evidente (non banale) è che sbagliando s’impara. Ricordiamo tutti l’errore di Esposito a Cardiff nel 2014 dopo appena tre minuti di esordio internazionale: dare la possibilità di sbagliare è il primo passo per crescere un giocatore. E per questo possiamo da qualche convocazione a questa parte vedere un po’ più di luce in fondo al tunnel.

 

Chiudiamo infine con le parole di George Ford raccolte in mixed zone: “Sapevamo sarebbe stata difficile e lo è stato soprattutto nel primo tempo quando ci abbiamo messo tanti minuti prima di far cedere la difesa azzurra. Nel secondo tempo abbiamo calciato maggiormente e da quel abbiamo avuto migliore posizione in campo e difeso bene con tanti turnover guadagnati che ci hanno permesso di marcare. In queste due prime partite siamo contenti per come sono andate le cose in difesa, migliorare in attacco significa innanzitutto migliorare il  breakdown: con palle veloci è tutto più semplici”.

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