Da uno studio congiunto LNR e FFR emergono dati preoccupanti. Tallonatori ed aperture i ruoli più colpiti
Lo studio è relativo soltanto al Top 14, in quanto commissionato dalla LNR e dalla Federazione francese, ma i numeri emersi da una ricerca compiuta sugli infortuni nel massimo campionato transalpino durante il triennio 2012-2015 non possono che richiamare l’attenzione dell’intero mondo ovale, soprattutto in un periodo storico in cui l’integrità fisica dei giocatori è sempre più oggetto di dibattito. L’indagine condotta Oltralpe, infatti, ha portato alla luce la considerevole cifra di 2.208 infortuni occorsi in tre stagioni ad atleti del torneo francese, con una media (considerando i 561 match disputati) di quasi quattro giocatori a partita costretti ad uscire dal campo per problemi fisici e – soprattutto – con un incremento del 40% dei casi nel corso del periodo di riferimento.
Per quanto riguarda gli infortuni nello speficico, dall’indagine si evince come le commozioni cerebrali siano rimaste pressoché invariate nel corso dei tre campionati (38 nel 2012/2013, 36 nel 2013/2014, di nuovo 38 nel 2014/2015), mentre sono diminuite le ferite sanguinanti (-22%) e i traumi al viso (-27%). L’altra faccia della medaglia, tuttavia, ci ricorda come siano aumentati in maniera esponenziale gli infortuni alle mani (+250%, dai 2 del 2013 ai 7 del 2015), alle ginocchia (da 25 a 41), alle caviglie (da 19 a 35) e alle spalle (da 20 a 31). I numeri, insomma, parlano chiaro: gli infortuni (nella fattispecie in Francia, ma presumibilmente un po’ ovunque) continuano a crescere. Approfittando della pubblicazione dello studio, il presidente della commissione medica della LNR Bernard Dusfour ha invitato a “rispettare alla lettera i regolamenti nelle ruck” e a “non far giocare chi è infortunato”. Facile a dirsi, più difficile a farsi.
Di Daniele Pansardi
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