Rugby e moviola: Haskell contro la slow motion sui maxi schermi

Il cartellino giallo rimediato contro l’Irlanda ha scatenato le critiche del terza linea inglese

ph. Sebastiano Pessina

ph. Sebastiano Pessina

Una sanzione fin troppo dura, probabilmente anche influenzata dalla moviola. Dopo il cartellino giallo rimediato durante Inghilterra-Irlanda, per un placcaggio pericoloso ai danni di Conor Murray, James Haskell non è andato troppo per il sottile e ha riservato diverse critiche alla gestione del TMO e alla slow motion, accusata dal flanker di aver condizionato l’arbitro Romain Poite nel punirlo con un sin bin. “Non pensavo fosse da cartellino giallo – ha dichiarato il capitano dei Wasps in un’intervista a TalkingRugbyUnionRallentare i replay fa sembrare un placcaggio dieci volte più cattivo di quanto lo sia in realtà. Sono rimasto scioccato da quanto venisse rallentata l’azione”. Bene quindi controllare ma non sotto gli occhi di tutti: “Se gli arbitri hanno bisogno di riguardare l’azione va bene – ha continuato Haskell – ma bisogna farlo velocemente e lasciando fuori il pubblico. Lo slow motion è stato davvero dannoso e ha dato l’impressione sbagliata. Ben venga il TMO, ma proiettare le immagini sui maxi schermi rende il tutto un grande circo e questo non è costruttivo“, aggiungendo inoltre che l’arbitro dovrebbe ricontrollare le azioni su un monitor a bordo campo, come accade nel football americano.

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