Giovedì si dovrebbe conoscere il successore di Romanini. Ma altre questioni tengono banco…
Sono giornate di fermento per le Zebre, che giovedì 17 marzo conosceranno il nuovo presidente. Ancora manca l’ufficialità, ma per ParmaQuotidiano è sicuro che il prossimo presidente delle Zebre sarà Stefano Cantoni. Il cda ducale si riunirà giovedì 17 marzo per l’accettazione dei due nuovi consiglieri cooptati, mentre il 21 marzo l’assemblea dei soci comunicherà le nuove cariche e, a quanto pare, la nomina di Cantoni come successore di Gianluca Romanini. Lo stesso Cantoni durante il Consiglio Federale di mercoledì dovrebbe presentare le dimissioni da consigliere, carica incompatibile con quella di presidente. Una scelta naturale, come scrive oggi la Gazzetta dello Sport, considerato che “nel gruppo che nell’aprile 2015 ha rilevato dalla Fir il 74% delle quote della franchigia, è proprio il Colorno ad aver sborsato la parte più cospicua dei 250.000 euro complessivi dell’operazione, riversando anche i propri soci”. Cantoni, che già aveva vissuto da vicino la questione Aironi, avrà il compito delicato di portare investitori privati verso la franchigia bianconera, vera sfida societaria di questa stagione.
Intanto, sempre il quotidiano rosa raccoglie le parole di Michele Dalai, editore appassionato di rugby che nella giornata di lunedì ha postato un lungo sfogo sulla questione Zebre e loro gestione. Premessa l’importanza anzi necessità dell’intervento federale dal punto di vista tecnico, racconta alla Gazzetta, “Mi sono impegnato al fianco di Romanini e Amoretti (ex presidente e vice presidente, ndr), imprenditori seri, per provare a segnare una rottura, per risolvere la situazione con trasparenza, per scongiurare la paralisi. Ero anche pronto a intervenire economicamente – ha dichiarato – Non ci è stato possibile. Perché sta bene lo status quo. E ora sappiamo come finirà”. Questi alcuni passai del lungo post pubblicato:
Ho assistito da vicino alla vicenda delle Zebre ed è stato molto istruttivo. Ho cercato di dare una mano, di portare energie nuove a una squadra nata vecchia e senza fiato […] (Il rugby è) Uno sport ricco che in Italia sembra completamente avvitato su se stesso, denaro sprecato o generosamente offerto agli amici di sempre, un’incapacità cronica di individuare i problemi e correggerli, la totale chiusura a chi viene da fuori e non ha giocato ai massimi livelli, come se esistessero delle credenziali di accesso che però non includono la capacità di gestione del denaro pubblico e la decenza dei comportamenti. Ho assistito da vicino al tentativo di due persone perbene (Romanini e Amoretti), di trasformare il caos in qualcosa di meglio, di dare alla società delle regole, di renderla se non proprio redditiva almeno sostenibile, di pensarla come un’azienda dello sport e non un pozzo nero di denaro pubblico, ma il tentativo è miseramente fallito, nonostante ci fossimo impegnati tutti per sostenere il loro sforzo […] Due giorni dopo la disfatta di Dublino però, di fronte a un Presidente federale che la rivendica come un risultato notevole, non riesco a contenere il fastidio e non riesco a non considerare la vicenda delle Zebre e il suo probabilissimo triste epilogo (come se Crociati e Aironi non fossero stati sufficienti), l’emblema di uno sport, di un movimento (come piace dire a tutti, ormai ironicamente), che non può e non deve essere gestito così. Perché così si va verso l’estinzione, lentamente, inesorabilmente, goffamente.
Dal proprio profilo Facebook ha risposto anche il vice-presidente Daniele Margarita
Mi dispiace leggere queste cose, sono veramente amareggiato che chiunque possa valutare e parlare senza conoscere lo sforzo che alcune persone tra le quali il sottoscritto stanno facendo per dare un senso a tutto questo. Stiamo dedicando del tempo ad un progetto in cui crediamo. Ci sono tante persone oneste che ,come me ,stanno lavorando per passione e senza lucro. Personalmente non sapevo nulla di questa cosa e, da vice presidente ,rimango perplesso….non conosco i parametri di valutazione della sua proposta e non posso commentarla. Sul fatto che i colleghi dimissionari siano gli unici ad essersi prodigati per il bene delle Zebre beh parliamone pure….con rispetto e per la ragion del vero. La saluto cordialmente dott. Michele Dalai
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